06-05-2016 ore 15:01 | Economia - Associazioni
di Angelo Tagliani

Riforma delle autonomie in Lombardia, il manifesto dei giovani imprenditori

I giovani delle categorie economiche - Ance, Anga, Coldiretti, Ordine Commercialisti, Cna, Confcommercio, Confindustria, Libera Artigiani Crema, Ordine Ingegneri – si dicono preoccupati per la riforma delle autonomie. In un documento ufficiale richiamano “all’importanza di garantire, in una logica di equilibrio e armonizzazione, l’identità dei territori e la quiete sociale ed il senso di appartenenza dei nuovi ambiti amministrativi”.

 

Riforma urgente

Per i giovani imprenditori è urgente una riforma per semplificare l’attività di chi produce valore e al tempo stesso sostengono la necessità di un “ente intermedio tra regione e comuni cui affidare la pianificazione delle strategie di sviluppo, rafforzando le relazioni tra funzioni quali infrastrutture, scuole, università e centri di ricerca”. La revisione istituzionale viene vista come “un’occasione di crescita, un obiettivo che si può raggiungere rafforzando e valorizzando le specificità economiche e le eccellenze distrettuali”.

 

Aggregazione, non separazione”

Indispensabile, tra i referenti politici, una “maggiore coesione”. Per i Giovani a Confronto “è fondamentale e non negoziabile che la riforma del sistema delle autonomie valuti criteri di aggregazione e non di separazione”. Per ciò “nel definire l’Area Vasta sono da studiare modelli differenti da quelli del sistema sanitario”, ma “criteri legati alla competitività dei territori e delineati su regole di omogeneità e attrattività”. Nelle nuove aree vaste andrà “valorizzato il protagonismo delle aree omogenee secondo un principio di equità tra i diversi territori, che deve essere riconfermato anche nella governance”.

 

Coordinamento

In provincia di Cremona chiedono di concretizzare aree omogenee coordinate dai comuni maggiori del Cremasco, del Cremonese e del Casalasco. Vediamole nel dettaglio; “Cantone Cremona: un’Area Vasta corrispondente agli attuali confini amministrativi della provincia, come d’altronde previsto per Pavia, Brescia e Bergamo , che tuttavia presenti un modello di gestione rinnovato ed efficiente. In particolare si prevede che la governance sia costituita dai sindaci dei tre comuni principali che devono essere riferimento dell’aree omogenee del cremasco del cremonese e del casalasco”.

 

Cantone Cremona-Lodi

“Come soluzione utile ad evitare l’ampliamento eccessivo dell’area metropolitana ma anche come occasione di un cantone con dimensioni territoriali meglio gestibili. Risulta strategica la presenza di poli di ricerca legati all’agroalimentare per i quali sarebbe auspicabile una più forte interazione. Zone omogenee per la governance: Lodi-Crema-Cremona e Casalmaggiore”. Cantone Cremona-Lodi-Mantova: “ipotesi di grande cantone che meglio corrisponde alla definizione di Valle Padana, riconoscendo la vocazione agricola e agroindustriale del sud della Lombardia. La stessa area per altro risulta già coinvolgere distretti sul piano industriale (siderurgica e meccanica, cosmetica, del latte e derivati). Sul piano culturale e turistico si rileva una forte concentrazione dei luoghi patrimonio dell’Unesco, così come la presenza del sistema turistico Po di Lombardia. Zone Omogenee: Lodi-Crema-Cremona–Casalmaggiore-Alto mantovano-Gonzaga-Mantova e medio mantovano”.

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