06-02-2018 ore 12:11 | Economia - Associazioni
di Ilaria Bosi

Riso e pasta, dal 16 febbraio è obbligatorio indicare l’origine di provenienza in etichetta

A due settimane dall’entrata in vigore del decreto, la Coldiretti ha presentato le prime confezioni di riso e di pasta con l’indicazione della provenienza. In Lombardia la coltivazione del riso – il 40% del totale italiano - si concentra nella provincia di Pavia, primo territorio risicolo d’Europa con oltre 81 mila ettari seminati nel 2017, seguita dalle province di Milano (quasi 14 mila ettari), Lodi (2.500) e Mantova (1.300). Lombardia regina del Carnaroli con il 70% della produzione nazionale.

 

Le diciture in etichetta

Da venerdì 16 febbraio dovranno essere riportate le diciture “Paese di coltivazione del riso”, “Paese di lavorazione” e “Paese di confezionamento”. Qualora le fasi di coltivazione, lavorazione e confezionamento del riso avvengano nello stesso Paese, l’etichetta può avere la dicitura “origine del riso”, seguita dal nome del Paese. In caso di riso coltivato o lavorato in più Paesi, possono essere utilizzate le diciture “UE”, “non UE”, ed “UE e non UE”.

 

Le confezioni di pasta

Oggi un pacco di pasta imbustato in Italia su tre è fatto con grano straniero senza alcuna indicazione per i consumatori ma dal 17 febbraio le confezioni di pasta secca prodotte in Italia dovranno avere obbligatoriamente indicato in etichetta il nome del Paese nel quale il grano viene coltivato e quello di molitura; se proviene o è stato molito in più paesi possono essere utilizzate, a seconda dei casi, le seguenti diciture: paesi UE, paesi NON UE, paesi UE E NON UE. Inoltre, se il grano duro è coltivato almeno per il 50% in un solo Paese, come ad esempio l’Italia, si potrà usare la dicitura: “Italia e altri Paesi UE e/o non UE”.

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