05-08-2016 ore 16:18 | Economia - Sindacati
di Gianni Carrolli

Cremona. Riforma camere di commercio, indetto lo stato di agitazione dei lavoratori

“Questa riforma delle Camere di Commercio è un danno per le imprese, per i professionisti, per i lavoratori. Ci vuole una riforma che potenzi il sistema delle Camere di Commercio, che ne faccia il fulcro della ripresa delle aziende italiane”. Inizia così il comunicato con cui le sigle sindacali, la Camera di Commercio di Cremona ed il personale dell’azienda speciale Servimpresa prendono posizione rispetto al decreto di riordino delle camere di commercio.

 

Rischi e conseguenze

Il decreto al vaglio del Consiglio dei Ministri “intenderebbe spogliare le Camere di buona parte delle loro funzioni”, riducendo di conseguenza la possibilità di erogare servizi a sostegno delle imprese. Non solo: con l’approvazione della riforma l’ente di piazza Stradivari rischierebbe di non riuscire più a sostenere realtà importanti per il territorio quali gli insediamenti universitari, le infrastrutture tipiche come CremonaFiere, i progetti di promozione turistica e le eccellenze territoriali.

 

Stato di agitazione

“I lavoratori del sistema camerale – si legge nel comunicato – esprimendo grande preoccupazione per il proprio destino lavorativo, manifestano il loro sconcerto per la drastica riduzione di risorse a favore delle imprese (in particolare quelle piccole e medie) e dell’economia del territorio e denunciano la progressiva distruzione del sistema camerale, considerato per efficienza e professionalità una delle eccellenze della pubblica amministrazione italiana. In tutta Italia è stato pertanto indetto lo stato di agitazione del personale delle Camere di Commercio”.

 

Mirare al potenziamento

La richiesta avanzata dagli aderenti alla protesta va nella direzione di modificare e riscrivere il decreto di riforma degli enti camerali, con una maggiore attenzione alla salvaguardia e al mantenimento del personale e dei servizi. “Le camere di commercio non vanno ridotte, nel numero, nelle sedi, nel personale, nelle funzioni, ma vanno invece potenziate mantenendo sedi e personale e attribuendo loro servizi nuovi e aggiuntivi rispetto a quelli già esistenti, per farne il fulcro della ripresa economica del Paese”, concludono i sottoscrittori.

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