05-08-2015 ore 12:23 | Economia - Mercati
di Gianni Carrolli

Regione Lombardia. Oltre 46 mila avviati al lavoro con la Dote unica. Aprea: “modello competitivo incentrato sulla persona”

“La Dote unica lavoro continua a dimostrare di essere una politica attiva efficace per l'inserimento lavorativo. Monitoraggio dopo monitoraggio, aumentano le persone che vengono attivate nel mercato del lavoro: a oggi siamo a 67.017 doti assegnate, con ben 46.369 destinatari già avviati al lavoro”. Lo ha affermato Valentina Aprea, assessore regionale all’Istruzione e Lavoro, intervenuta a un convegno a Palazzo Lombardia sulla Dote unica lavoro e Jobs act.

 

Modello competitivo

Secondo Aprea, i risultati della Dul dimostrano che “l'impianto organizzativo fondato sulla pari dignità degli operatori pubblici e privati accreditati che concorrono sul mercato in parità è efficace: l'impegno degli operatori coinvolti ha consentito di fornire servizi di qualità alle persone con esiti occupazionali e non di mero contatto burocratico. Per questo il Governo  non potrà non tenere in considerazione i risultati della Dote (in allegato il monitoraggio di luglio), che sono il prodotto di precise scelte effettuate da Regione Lombardia nella costruzione di un modello competitivo fondato sulla centralità della persona e sulla sua libertà di scelta”.

 

Criticità del Jobs act

Secondo l’assessore il Jobs act non è esente da criticità, “come l'obbligo imposto alle Regioni di costituire propri uffici aperti al pubblico; il venir meno della pari dignità tra operatori pubblici e privati; l'entrata in gioco dei privati solo successivamente a una prima attivazione effettuata dall'operatore pubblico, gli stessi privati potranno erogare solo servizi specialistici e solo dopo che le persone abbiano sottoscritto il patto di servizio personalizzato con i Centri di pubblico impiego: unica porta di accesso alla fruizione delle politiche attive”.

 

Evitare il ricorso

“Il modello prefigurato dal Governo, prevalentemente di stampo burocratico-amministrativo, prevede un importante carico di lavoro per la realizzazione di tutti gli adempimenti. Oltre ad essere la grande occasione mancata del Jobs Act per spostare l'asse dalle politiche passive a quelle attive, prevede un meccanismo complesso e farraginoso, che rischia di dover impegnare tutti i funzionari dei Centri di pubblico impiego, per gran parte del loro tempo, nella rincorsa al disoccupato e nelle comunicazioni da effettuare all'Inps. L’augurio – conclude Aprea – è che si possa trovare una soluzione che eviti il ricorso alla Corte Costituzionale per l'evidente invasione delle competenze regionali da parte del decreto attuativo del 'Jobs Act”.

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