05-03-2015 ore 13:35 | Economia - Aziende
di Stefano Zaninelli

Bottaiano, astensione collettiva alla B3. Cesare Pavesi, Cgil: “la proprietà vuole trasferire la produzione a Cambiago"

La comunicazione che il reparto falegnameria della B3 di Bottaiano verrà trasferito entro fine mese alla Job Service di Cambiago è arrivata il 27 febbraio. “La prospettiva – spiega Cesare Pavesi, rappresentate sindacale Fillea Cgil – è quella del trasferimento di circa 25 persone mentre qui ne rimarrebbero altre 10, massimo 15, per lo stivaggio e l'imballaggio dei macchinari. Un’ipotesi che non ci è chiara, perché tutte le attività di questo sito sono in appoggio alla falegnameria”. 

 

L’astensione collettiva

Allo stabilimento di Bottaiano - ex gruppo Argol, poi integrato con Villanova nel nuovo gruppo B3 - è in corso da un paio di giorni un’astensione collettiva dal lavoro. “Non è uno sciopero – puntualizza Pavesi – i lavoratori sono a disposizione, ma stanno aspettando che la direzione aziendale risponda alle richieste di chiarimento”.

 

La questione economica

Le motivazioni del trasferimento di parte della produzione, stando alla ricostruzione del sindacalista Cgil, sarebbero prettamente economiche: “al gruppo B3, che ha sede a Casale Monferrato, non interessa più reggere un confronto sul mercato per quanto concerne l’imballaggio industriale. Vogliono cedere ad altri la produzione mentre loro si dedicheranno ad altro, a settori che ritengono più interessanti, come la gestione di porti ed aeroporti in tutta Italia, la logistica integrata. Quindi affideranno la gestione del magazzino cremasco a ditte esterne con l’outsourcing”.

 

B3, alcuni lavoratori davanti ai cancelli della ditta (foto © Cremaonline.it)

L’ipotesi deposito merci

Eppure, “smantellare il reparto produzione significa mantenere il sito di Bottaiano solo come deposito merci. Così facendo, però, la faccenda diventerebbe un assurdo: verrebbero meno le giustificazioni che hanno addotto alla dismissione, perché si troverebbero comunque a dover affrontare i costi delle utenze, dell’Imu e dell’Irap. Vorremmo capirci di più anche perché il gruppo B3 non ha problemi di liquidità: poco tempo fa ha acquisito il gruppo bergamasco Movendo”.

 

Incertezza contrattuale

Nel mormorio della protesta c’è chi ipotizza un licenziamento collettivo dalla B3 ed un’assunzione sotto cooperativa presso l’impresa monzese. “Ci sono lavoratori – conclude Pavesi – che non possono affrontare trasferimenti così lunghi, senza contare che a livello contrattuale non abbiamo certezze. Nessuno ci ha rassicurato: ad oggi non abbiamo la sicurezza di un reddito garantito per il sostentamento delle famiglie dei lavoratori. Attendiamo l’incontro di mercoledì prossimo con la dirigenza e le rappresentanze sindacali”.

 

Delocalizzazione

“Di solito un passo di questo genere precede uno spostamento globale – è il presagio del sindaco di Ricengo, Ernestino Scassi – il rischio maggiore, se queste sono le condizioni, è quello della delocalizzazione totale. Anche per me è un fulmine a ciel sereno: mi aspettavo una convocazione dalla B3, dopo il mio invito ad un incontro inoltrato nelle feste natalizie, invece ieri è arrivata la notizia e mi ha lasciato sconvolto”. L'azienda, contattata telefonicamente dalla redazione di Crem@online, ha chiesto tempo prima di rispondere ad eventuali quesiti in materia. 

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