03-11-2016 ore 10:07 | Economia - Sindacati
di Ilaria Bosi

Cub, Sgb e Usi. Venerdì 4 novembre sciopero nazionale: “no alla guerra neoliberista, sì al reddito di cittadinanza”

“Abolizione del precariato, lavoro stabile, tutelato e basta morti”. Questi i principali temi dello sciopero nazionale indetto da Cub Nazionale assieme a Sgb e Usi per venerdì 4 novembre. Le principali manifestazioni si svolgeranno a Milano (ore 9.30 largo Cairoli) e Napoli (ore 10 piazza Mancini). Come spiega Carmine Fioretti la protesta è “contro le guerre esterne, quelle sociali interne e le spese militari: da anni in Iraq, in Siria, in Libia si muore per guerre nate per sconfiggere il terrorismo. Nella realtà il terrorismo non è stato sconfitto ma dalla guerra ha tratto nuovo alimento e milioni di persone inermi in quei territori hanno peggiori condizioni di vita”.

 

Guerra neoliberista

“Noi – prosegue la Confederazione unitaria di base- siamo coinvolti in un’altra guerra: quella neoliberista scatenata da padroni, banchieri, oligarchie sovranazionali e attuata ora dal governo Renzi con una politica economica e sociale che impoverisce lavoratori, giovani e pensionati, smantella lo stato sociale e distrugge i diritti. La Cub chiama alla lotta per contrastare le guerre e spese militari e per rivendicare lavoro, reddito e diritti”.

 

Tutela dell’ambiente

Tra le richieste al governo “l’abolizione del precariato, l’aumento dell’occupazione con la riduzione settimanale dell’orario di lavoro di 4 ore, la bonifica dei siti inquinati, la messa in sicurezza del territorio; affermare concretamente la sicurezza sul lavoro. Reddito garantito: 1.000 euro al mese per disoccupati e pensionati; cure, luce, gas, trasporto locale gratuiti. Aumenti salariali di 500 euro mensili; ai pensionati recupero integrale delle perequazioni scippate dai governi dal 2000 e di quelle riconosciute dalla Corte costituzionale. Il modello economico imperante crea disoccupazione e povertà mentre concentra la ricchezza in poche mani”.

 

Distribuire la ricchezza

“I soldi ci sono e vanno ridistribuiti con politiche fiscali e con la patrimoniale. Pensioni a 60 anni o con 35 anni di contributi. Anticipo per lavori usuranti e calcolo retributivo; trasferimento contributi aziendali dei fondi privati alla previdenza pubblica. Diritto alla salute, all’abitare. Diritto universale alla salute, alla cura e alla abitazione. Democrazia nei luoghi di lavoro e nel paese, a rischio per le modifiche alla Costituzione. Eleggere democraticamente i propri rappresentanti aziendali, decidere sulle piattaforme e sugli accordi ed esercitare senza vincoli il diritto di sciopero; parimenti i cittadini devono poter eleggere chi li rappresenta. Uguaglianza per migranti”.

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