02-11-2016 ore 13:40 | Economia - Mercati
di Massimo Barbieri

Terzo settore. Il donatore ed il modello economico alla base del mondo no profit

In questo secondo articolo della nostra rubrica sul Terzo settore parleremo del modello economico alla base del mondo no profit. Nello scorso articolo ci siamo avvicinati al fundraising definendolo come una strategia relazionale fatta di fiducia e reciprocità atta ad attrarre risorse (economiche ed umane) sempre più necessarie per assicurare la sostenibilità e la continuità del sistema no profit.

 

No profit e for profit

Ci chiediamo, ora: perché le Onp (le organizzazioni no profit) non riescono a sostenersi con la vendita dei propri prodotti/servizi? Perché le organizzazioni no profit hanno bisogno di fare fundraising? Per rispondere è sufficiente porre attenzione al meccanismo economico che regola il no profit. Se prendiamo in considerazione il mondo for profit, in estrema sintesi, un’azienda immette sul mercato un prodotto o un servizio ad un prezzo più alto del costo di produzione: in questa differenza risiede il ricavo (profit) che giustifica l’attività e permette al sistema di non interrompersi.

 

Il ruolo del donatore

Nel mondo no profit le cose funzionano diversamente: un’organizzazione (che sia un’associazione, una cooperativa sociale) immette sul mercato un prodottoservizio (educativo, assistenziale, lavorativo) ad un prezzo più basso del costo di produzione. Risulta quindi evidente che affinché il sistema non collassi è necessario colmare il gap economico negativo che si genera tra ricavi e costi. In una tale situazione risulta lapalissiana la necessità dell’entrata in gioco di un terzo attore – il donatore - che pur non usufruendo del prodottoservizio, ne riconosce l’effettiva necessità e qualità e si rende disponibile ad intervenire consentendo all’organizzazione di continuare la propria attività.

 

Efficace prassi

Con questi presupposti e in uno scenario socio-economico profondamente mutato dalla crisi economica di questi anni, in cui le risorse pubbliche a disposizione del mondo no profit scarseggiano, il ricorso al fundraising come attività strategica appare irrinunciabile e si configura come un investimento fondamentale: lo scenario a medio termine è infatti quello che vedrà affermarsi in maniera stabile e strutturata, in via prioritaria, quelle organizzazioni che sapranno dotarsi di una seria strategia di fundraising, seguita da un’efficace prassi.

 

La fiducia reciproca

In conclusione possiamo affermare che l’attività di fundraising (come abbiamo già visto nel nostro articolo precedente), facendo leva sulla relazione di fiducia reciproca, avvia una dinamica di scambio fra tre attori e non solo due, come nel profit: chi produce il beneservizio, chi ne usufruisce e chi è disposto a donare in quanto riceve in cambio un bene relazionale emozionale sentendo di far parte di un progetto di cui condivide i valori. Ed è proprio di questi valori, della mission e della vision di un’Onp, nonché della loro importanza nelle azioni di fundraising, che parleremo in occasione del nostro prossimo appuntamento. ([email protected]).

868