30-10-2016 ore 20:03 | Cultura - Manifestazioni
di Stefano Zaninelli

Crema. Canti e poesie per la scartusada: in piazza Duomo rivive la tradizione contadina

La scartusada: si potrebbe tradurre con il termine spannocchiatura, l’eliminazione del cartoccio che avvolge le pannocchie di granoturco. Eppure non si tratta di una semplice operazione tecnica. La scartusada era anzitutto un rito, un momento sociale in cui le comunità contadine condividevano gioie e pensieri, rinsaldano i legami al proprio interno. La giornata era scandita da canti popolari e scherzi; era una festa a tutto tondo, che il gruppo Pagine di storia cremasca ha riportato oggi in piazza Duomo, con la collaborazione dei gruppi artistici di Moscazzano.

 

Tra canti e poesie

La piazza centrale di Crema ha fatto un salto indietro di qualche decina d’anni. Vestiti a tema, i cantanti del Coro Armonia di Credera, Rubbiano e Moscazzano e del gruppo teatrale I taa da Muscasà hanno riproposto alcune delle canzoni popolari che si usava intonare durante la scartusada; a scandire la melodia, il direttore Tommaseo. Brevi e divertenti sketch hanno intervallato i canti, ai quali sono state accompagnate alcune poesie dialettali composte dagli anni ‘30 in poi, lette da Piero Bombelli – mente dell’iniziativa – e da Emi Peletti.

 

La scartusada

“L’idea che sta dietro alla manifestazione è nata nel 1994 – ha spiegato Bombelli – quando abbiamo realizzato il primo film a tema. Quattro anni fa, assieme al direttore Tommaseo, abbiamo pensato di concentrarci sulla scartusada, facendola rivivere proprio come succedeva una volta in cascina. Abbiamo realizzato la prima rievocazione alla cascina Bertesago; a Crema per noi è la prima volta, è un po’ come essere arrivati all’apice”. E chissà che, dato l’esteso gradimento che ha riscosso l’iniziativa, un domani la storia e la tradizione non tornino una seconda volta a Crema.

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