29-11-2015 ore 10:59 | Cultura - Storia
di Andrea Galvani

Al Sant'Agostino la storia del Palazzo Comunale con tre relatori d'eccezione: Aschedamini, Bettinelli e Piastrella

L'affascinante e dettagliata storia del Palazzo Comunale, con succulenti aneddoti e documenti imperdibili, tra i quali un corposo apparato forografico. Questo il tema del secondo appuntamento delle Dieci Pagine di Storia Cremasca, la rassegna curata da Luigi Dossena con la collaborazione dell'assessorato alla Cultura del Comune di Crema, del movimento studentesco Agorà, l'associazione Gli ostaggi, il Comitato per le celebrazioni del bicentenario di Giovanni Vailati, gli Amici del Museo e dell'orchestra di fiati Il Trillo di Crema.

 

I relatori

L'appuntamento è per domenica 29 novembre dalle ore 16.30 alle 18 nella sala Angelo Cremonesi, del Centro Culturale San Agostino. Di primo piano i relatori, a partire dall'architetto Massimiliano Aschedamini, che terrà un'informativa storiografica concentrandosi poi sui restauri del periodo tra il 1958 ed il 1962 ad opera dell’architetto Perogalli e dell’ingegner Mosconi. Illustrerà le analogie tra la facciata del palazzo comunale cremasco e i palazzi veneziani, con riferimenti a piazza San Marco ed alla torre dell'orologio l'architetto Enzo Bettinelli.

 

Fotografie e aneddoti

Durante gli interventi, Dino Zanini proietterà molte immagini tratte dal fondo Perolini del Museo civico del Cremasco, messe a disposizione dalla direttrice Francesca Moruzzi. Infine, chiusura in grande stile con Carlo Piastrella, che snocciolerà una serie di aneddoti riguardanti il Palazzo comunale e la piazza del Duomo, partendo dal primo vescovo, Gerolamo Diedo, che negli anni seguenti il 1580 ebbe molti dissidi con l'amministrazione comunale: ritenendo troppo angusto lo spazio che gli era stato riservato, dovendo trovare riparo anche alle carrozze, chiese con insistenza, ma inutilmente, gli venisse affidato il palazzo dove ora sorge l'istituto Kennedy, suggerendo di trovare una sistemazione alternativa ai bambini abbandonati che vi venivano curati.

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