29-05-2015 ore 19:17 | Cultura - Mostre
di Stefano Zaninelli

Crema. Raccontare la storia attraverso le Tentazioni in scatola. Dolores Denti: “qui si vede l’opera dell’uomo, la sua arte”

Una scatola non è solo un contenitore: racconta un periodo, manifesta uno stile artistico, traccia i profili della storia e di alcuni suoi protagonisti. Le storie raccontate nell’esposizione Tentazioni in scatola – la mostra di Attilio Bianchi e Dolores Denti, nelle teche del Museo civico di Crema e del Cremasco fino al 26 luglio – raccoglie alcuni simboli della storia italiana e mondiale, come l’attacco di Staffolo, Topolino, Vittorio Emanuele III ed Elena di Montenegro.

 

Tra storia e ricordi

Dalla cromolitografia ospitata sulla scatola si coglie il vissuto del momento: “è un po’ come adesso sul giornale – spiega Dolores Denti – quando viene raccontato un evento eccezionale. Nei secoli scorsi questi oggetti facevano parte di un ricordo: dalle gite e dalle escursioni ci si portava a casa un qualcosa in più. Quelle di maggiori dimensioni erano destinate a prodotto sfuso, mentre i colori ed i disegni erano studiati per attirare l’attenzione. La grafica, in particolar modo, rispecchiava le mode del periodo in cui venivano prodotte: si passa dalle linee morbide e romantiche dell’800 e si arriva alle composizioni floreali del liberty e alle linee moderne del déco”.

 

Non solo arte

“Quando guardo una scatola vedo l’opera dell’uomo, la sua arte; non lo vedo solo nelle produzioni firmate da illustratori famosi come Boccasile, Cappiello, Bazzoni, Dudovich, ma anche in quelle che hanno fatto personaggi con personaggi. È l’espressione della manualità, dell’arte di noi italiani ma anche della storia lavorativa nazionale: queste scatole sono state realizzate nel periodo in cui l’industria italiana ha iniziato ad espandersi. Su alcune di quelle esposte c’è la pubblicità del negozio o della pasticceria, alcune addirittura della fabbrica, al tempo un simbolo del potere della ditta”.

 

Le scatole nel futuro

L’esposizione ospita circa un centinaio di scatole in latta, oggetti di valore storico ben diverse dalla produzione industriale attuale. Eppure “dire adesso cosa sarà domani di quello che fanno oggi è impossibile: non sappiamo cosa creerà l’uomo in futuro e può darsi che anche le confezioni in plastica rientreranno nel collezionismo. Oggi gli spazi sono ridotti rispetto al passato e questo ha accentuato l’abitudine a gettare tutto. È cambiata la funzione stessa delle scatole, che prima venivano riutilizzate decine e decine di volte. Va perdendosi anche la conservazione dei ricordi: per questo motivo non è improbabile che anche il packaging di oggi diventi fonte di collezione e di ricerca”.

 

In origine fu la passione

Quella per le scatole è una passione che viene da lontano. “Mia mamma – ricorda l’espositrice – mi raccontava che già da piccola giocavo con una scatola di cioccolatini, togliendoli e rimettendoli pur non essendone golosa. Così come tutte le collezioni è cominciata con un nonnulla: comprando un oggetto al mercatino che costa poco o nulla, fino a che arrivi ad un certo punto in cui senza accorgerti hai riempito gli scaffali e gli armadi. Man mano, allora, raffini ricerca e vai a caccia di curiosità, ti informi e scavi nella storia degli oggetti. Il collezionista non guardi per guardare ma per vedere: chi l’ha fatto, come l’ha fatto, perché l’ha fatto”.

 

Conoscere Crema

Il significato di Tentazioni in scatola va oltre l’estetica e oltrepassa la storia: “abbiamo accettato di esporre per far conoscere il museo di Crema. Ho scoperto che molti non sanno nemmeno che esiste, pur avendo già visitato il centro culturale Sant’Agostino. Non sarà il museo del Louvre ma porta con sé un pezzo di storia del territorio cremasco. Sarebbe bello che genitori ed amici portassero bambini e ragazzi ad avvicinarsi all’arte e al passato – conclude Dolores Denti – perché ha detto bene Sepulveda: un popolo senza memoria è un popolo senza futuro”.

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