28-06-2015 ore 10:31 | Cultura - Mostre
di Stefano Zaninelli

Artshot. Una collezione di sguardi per raccontare la vita. Cultura e umanità nelle fotografie esposte nelle sale Agello

Oltre alla musica e agli spettacoli, Artshot ha lasciato spazio anche alla fotografia. Sono tre le mostre ospitate all’interno delle sale Agello. Tre collezioni legate tra loro dal tema dell’edizione 2015 del festival: Melting pot, why not? Il gran numero di volti ritratti nelle fotografie e nelle immagini focalizza l’attenzione sul vissuto dei soggetti, sui loro sguardi e sui segni del tempo che portano sul volto. Una cinquantina le opere esposte, unite tra da una narrazione di fondo: oltre il bagaglio culturale c’è la persona, unica come tutti, speciale come ciascuno.

 

Le strade dell’apartheid

Con la mostra Le strade dell’apartheid Luca Greco intende “raccogliere il testimone”. In 30 scatti ritrae il “tratto comune, il filo rosso nelle storie di tre paesi e di tre popoli solo in apparenza lontani”. Tutte le fotografie sono in bianco e nero, ritraggono lo sguardo afflitto ed indagatore del popolo saharawi, cacciato dalla terra natia e costretto all’occupazione in Algeria; poco più in là, una cornice bianca contorna la corsa di due bambini palestinesi nel campo profughi di New Askar, in Palestina; infine, i muri – non solo ideologici – che separano cattolici e protestanti in Irlanda del Nord.

 

 

Espressioni palestinesi

“Perché dovremmo fotografare un uomo del quale non conosciamo la storia? Di un bambino del quale non sappiamo il nome?” Queste le domande che anticipano il percorso di Espressioni palestinesi, una raccolta di 17 immagini realizzata da Valeria Corna. Ognuna delle opere esposte presenta una piccola targhetta, una sorta di biografia essenziale dell’immagine, che racconta il vissuto o l’incontro con la persona ritratta. Tra questi anche Faez (nella foto), attivista politico che al termine dell’incontro con l’autrice ha voluto lasciare un messaggio: “ditelo a tutti, noi vogliamo solo la pace”.

 

Boliviani in festa

Molto differente rispetto alle precedenti l’esposizione di Abbio Deppero, che in 10 fotografie racconta la festa della comunità boliviana per la Madonna di Guadalupe, svolta sulle rive del fiume Serio. Colori brillanti e abiti sgargianti: ogni scatto è caratterizzato da magnetismo cromatico. Sfavillanti i sorrisi ritratti in quasi tutte le opere esposte, che raccontano l’occasione di divertimento di una popolazione ancora poco conosciuta a Crema, ma presente sul territorio ormai da tempo. Questa esposizione segna un passo avanti nella conoscenza del patrimonio socioculturale cremasco.  

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