27-11-2015 ore 18:42 | Cultura - Proiezioni
di Angelo Tagliani

Mr Holmes e la misteriosa fragilità dell'essere. Strepitoso Ian McKellen

Costumi e fotografia impeccabili, paesaggi incantevoli, ma anche e soprattutto molta umanità ed una formidabile dose d'arguzia, intelligenza e acume. Decisamente fuori dagli schemi l'ultimo capitolo della ricchissima e fortunatissima saga di Sherlock Holmes, al punto che gli eredi di Conan Doyle hanno annunciato querele. Protagonista assoluto, sotto la direzione acuta di Bill Condon – insieme solo un'altra volta, nel 1998, in Demoni e dei - uno strepitoso Ian McKellen, capace con la sua irresistibile classe di restituire con la profondità di un gesto, un sorriso oppure di uno sguardo tutta la sapienza ed il quasi infallibile sesto senso dell'investigatore più celebre del pianeta.

 

Semplicemente l'uomo 

Privo del fido Watson, Holmes è distante da Londra, dalla soffocante curiosità dei turisti e ritirato nella meravigliosa e poetica campagna del sud dell'Inghilterra; appare sì acuto e scostante come tutti l'hanno conosciuto, ma finalmente e soprattutto fragile, solitario e solo come non è mai stato, o forse come non è mai stato raccontato. Restituita la sua dimensione più personale, finalmente ripulita degli artifici letterari che l'hanno reso un invincibile mito, non rimane che un uomo anziano, con tutta la sua grandezza ma soprattutto le sue impacciate difficoltà. Tratto dal romanzo A Slight Trick of the Mind di Mitch Cullin, in Italia è edito da Neri Pozza con il titolo Mr Holmes – Il mistero del caso irrisolto.

 

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