25-07-2015 ore 18:05 | Cultura - Manifestazioni
di Paola Adenti

Crema. La rassegna I Manifesti ha ospitato l’attrice Pamela Villoresi accompagnata dalle note del pianoforte di Enrico Tansini

Incontro dal sapore spirituale quello che si è svolto ieri sera a Crema, nel chiostro del Centro Culturale S. Agostino, all’interno della rassegna I Manifesti. Posti a sedere esauriti ed ingresso gratuito per Maestri per sempre, Teresa D’Avila: un’intervista impossibile” che ha visto protagonista un’intensa Pamela Villoresi sul palco con Giovanni Bassi, ideatore con Miranda Maini della rassegna, nel ruolo dell’intervistatore. L’alternanza di brevi domande e lunghe, esplicative risposte è stata intervallata ed accompagnata dalle note del pianoforte del Maestro cremasco Enrico Tansini. Protagonista in ambito teatrale, cinematografico e televisivo fin dai suoi esordi in giovanissima età, l’attrice di origine toscana ha regalato a Crema una splendida interpretazione nei panni della Santa spagnola nata nel 1515, beatificata e canonizzata il secolo successivo.

 

Un convento e un pianoforte

L’apertura della serata è stata affidata ad un brano di Robert Schumann mentre musica di Johann Sebastian Bach e Ferruccio Busoni ha creato pause di riflessione nel pubblico tra un’intervento e l’altro di Santa Teresa d’Avila – Villoresi avvolta nel severo e spoglio abito monacale dell’ordine. Un pianoforte, due sedie, un pianista, un leggio, un uomo e una donna: tutto il resto della scenografia è stato offerto dalle splendide arcate del secondo chiostro sito all’interno della struttura del S. Agostino. Luci rosate ad illuminare il palco sovrastato dal buio del cielo estivo hanno contribuito a creare l’atmosfera intima delle confessioni a cuore aperto della Santa. In un autentico ex convento si è così svolta la simulata intervista nel convento della Santa.

 

Tormenti ed estasi

Teresa ha raccontato dei suoi dilemmi interiori, delle sue crisi e dei suoi turbamenti, ha riportato episodi di vita familiare fino ad arrivare a quello che Lei definisce matrimonio mistico. Calata completamente nei panni del personaggio, l’attrice ha recitato in modo pacato, sobrio. Una recitazione fatta di respiri, sospiri, cambi tonali e resa esclusivamente con la parte alta del corpo. Braccia, viso, mani in primo piano. La Santa si è soffermata a lungo, incalzata dalle domande dell’intervistatore, sul castello dell’anima e sulla necessità per tutti di ritornarvi. “L’anima è un castello dentro al cuore, un limpido cristallo dalle molte dimore. L’orazione e la meditazione sono le porte d’accesso al castello. Da fuori non si comprende il grande amore che vi è dentro. Satana? Satana è ciò che si pone in mezzo, che divide...”.

 

Sincera clausura

S. Teresa, attraverso la recitazione quasi minimalista e di grande effetto della Villoresi, ha raccontato di come abbia donato la propria sofferenza per il riscatto delle anime. Ha elencato solo alcuni dei mali del corpo che l’hanno afflitta in vita e che le hanno procurato notti di incubi e tormenti. Mai perse però tempo: “Kairos, ho avuto il tempo necessario per fare tutto in un istante”. Kairos, che nell’antica Grecia significava momento giusto, opportuno, supremo in contrapposizione a chronos, tempo cronologico. Teresa ha poi narrato che il 16 luglio 1560, giorno della Madonna del Carmelo, il Signore Le ordinò di fondare un monastero dedicato a S. Giuseppe. La Santa accettò riportando le primitive regole dell’ordine: comunione, ritiro, silenzio, preghiera, sincera clausura e nessuna discriminazione fra suore. “Viviamo di elemosina, ma in convento c’è sempre molto se si condivide. Dio è presente anche fra le pentole!”.

 

Santa quasi contemporanea

In alcuni momenti, la Santa si è estraniata dal contesto per immergersi nell’epoca attuale con riferimenti contemporanei. Ha parlato delle delusioni, delle fatiche nel cercare sponsor per il convento, dei continui viaggi, spostamenti e dei tanti incontri lungo i non sempre facili sentieri della vita. E nella notte cremasca, durante i racconti della vita in convento, è quasi parso di udire i sospiri e le preghiere delle monache nel chiostro-tabernacolo o di intravedere i loro passaggi tra una finestrella e l’altra delle ex celle sovrastanti il palco.

 

Visionaria io?

Alla provocatoria domanda, Teresa ha risposto: “Sì, probabilmente nel corso dei secoli sarò anche definita così, ma io ho seguito la fede. Il mio talamo è la Croce. Senza Dio c’è oscurità”. Un ultimo quesito per la Santa d’Avila: “È stata felice la Vostra vita?”. “Quando vedo la luce filtrare dalle finestre dei monasteri che ho fondato, sono felice di ciò che ho fatto, con l’aiuto di Dio”. Ripetuti applausi hanno salutato una raggiante Pamela Villoresi dopo un’ora circa trascorsa nei panni di Santa Teresa. Applausi anche per Enrico Tansini e Giovanni Bassi. I Manifesti continua il 26 luglio con la maratona pianistica dedicata a Chopin dalle ore 16 alle ore 23 sempre presso il Centro Culturale S. Agostino.

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