25-01-2015 ore 10:34 | Cultura - Libri
di Stefano Zaninelli

Crema. Passato, presente e futuro del settimanale diocesano: l'obiettivo è fornire una visione d’insieme dell'informazione

“In ogni diocesi si legge il proprio settimanale ma probabilmente in pochi sanno che esistono altre 193 testate analoghe nelle 225 diocesi d’Italia, che ogni settimana pubblicano circa 800 mila copie”. Questi sono solo alcuni dei numeri snocciolati da don Giorgio Zucchelli nel libro Il settimanale diocesano. Questo sconosciuto, presentato ieri sera nella sala rossa dell’episcopio di piazza Duomo, alla presenza del vescovo Oscar Cantoni e del presidente Fisc, Francesco Zanotti.

 

Diocesano, non clericale

Il libro, come spiega l’autore, si pone un obiettivo preciso: “fornire una visione d’insieme del giornale diocesano e rilanciarlo come settimanale d’informazione”. Un modo, questo, per staccarsi dalla realtà dei giornali clericali e “proporre un settimanale che racconti tutto, dalla politica allo sport, ma con un punto di vista illuminato dalla fede”.

 

L’identikit ideale

“I giornali diocesani – aggiunge don Zucchelli – si dividono in tre tipi: ci sono quelli di informazione, che raccontano ogni tipo di avvenimento; ci sono quelli di appartenenza, chiusi su se stessi, che scrivono solo di ciò che riguarda la diocesi; ci sono, infine, giornali di opinione o di formazione, in cui vengono approfondite molte tematiche ma che si possono assimilare a delle riviste culturali. Secondo me, queste tre anime dovrebbero coesistere tutte all’interno di un giornale che voglia soddisfare tutti”.

 

Avamposto dell’evangelizzazione

Quella de Il nuovo Torrazzo – fondato nel 1926 – è una realtà apprezzata, in primis dal presidente della Federazione italiana settimanali cattolici, Francesco Zanotti. “Io – ha commentato quest’ultimo – vorrei avere le paginate di necrologi, matrimoni ed avvenimenti importanti che ha il Nuovo Torrazzo, perché questo significa essere il giornale del territorio, l’avamposto dell’evangelizzazione, come disse al convegno di Verona nel 2006 don Giorgio Zucchelli”.

 

Il futuro

Il rischio del riduzionismo, ovvero il decremento della foliazione del giornale, rischia però di inghiottire anche il Nuovo Torrazzo, che come molti giornali soffre la dirompenza del web ed il calo della pubblicità. Cosa fare, allora? “Il futuro – ha aggiunto don Zucchelli – è l’integrazione, a livello locale e nazionale; dipenderà dalla nostra capacità di metterci attorno a un tavolo, anche con la Cei, e decidere cosa fare, valorizzando il rapporto tra web e cartaceo”.

 

Il valore del giornale diocesano

“Il giornale diocesano – ha concluso il presidente Zanotti – deve sempre più dar voce alla comunità cristiana, non ai vescovi: il nostro bacino d’utenza è locale, siamo più forti dove la comunità è ristretta, quindi è giusto ripensare al modo con cui il giornale viene sostenuto; dobbiamo continuare a formare informando, dobbiamo continuare ad essere santamente inquieti”.

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