24-10-2014 ore 17:33 | Cultura - Proiezioni
di Angelo Tagliani

Il giovane favoloso. Al cinema l'immortale e crudele bellezza della poesia nel film di Martone dedicato a Giacomo Leopardi

Lo studio matto e disperatissimo nella biblioteca di famiglia, che lo fanno sentire come un orso chiuso in gabbia e dal talento ammaestrato in interminabili lezioni private. Se è molto tenero e affiatato il rapporto con i fratelli minori Carlo (Edoardo Natoli) e Paolina (Isabella Ragonese), è altrettanto dura e penosa la vita di famiglia, dominata da un padre soffocante e da una madre gelida e bigotta (Raffaella Giordano). Si apre seguendo questa traccia Il giovane favoloso, l'atteso film di Mario Martone dedicato a Giacomo Leopardi.

 

Il richiamo del mondo

Interpretato da un bravissimo Elio Germano, il giovane Giacomo rivendica con forza la possibilità di misurarsi con altri grandi intelletti, ma la costrizione della sua condizione familiare si riverserà nel suo disgraziato aspetto fisico. Vive in un mondo intriso di elementi naturali e quasi magici, dei quali riesce a leggere percorsi sconosciuti anche ai più preparati letterati. Di formidabile fattura il rapporto con un gigante dell'epoca, Pietro Giordani (Valerio Binasco). La sua casa, Recanati, è simbolo di un mondo arcaico e ristretto, mentre i centri più vivi d'Italia e d'Europa fremono e ribollono di rinnovamento e libertà.

 

Il conflitto con la Natura

Il suo mondo esterno, raro e solitario, è in alterno conflitto d'amore e odio con la Natura, costellato da guardi fugaci e dal desiderio di ragazze (Gloria Ghergo) e donne (Anna Mouglalis) che lusingherà con versi di straodinaria bellezza ma dalle quali non riuscirà mai ad avere nient'altro. Un talento nel quale eccelle il suo grande amico Ranieri (Michele Riondino), col quale costruirà una lunga e dolorosissima simbiosi da Firenze a Roma, sino a Napoli e Torre del Greco.

 

Immortale bellezza

Struggente la riproposizione dei suoi versi, resi ancora più profondi dalla colonna sonora, che miscela sapientemente Gioacchino Rossini alle suggestioni elettroniche del compositore tedesco Sascha Ring. Ottime la fotografia, aiutata dal paesaggio italiano inquadrato con occhi innamorati dal regista napoletano e la sottolineatura dei passaggi più innovativi di un poeta in grado di scrivere pagine di immortale bellezza, di cui tutti dovremmo essere grati.

 

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