24-10-2014 ore 11:47 | Cultura - Proiezioni
di Paolo Carelli

Crema, Porta Nova. Un documentario per i 60 anni di Comunione e Liberazione, Lusso: "aiuterà a capire e conoscere"

Quando nel lontano 1954 don Luigi Giussani, un giovane docente di religione del liceo Berchet di Milano, cominciò ad incontrare gli studenti fuori dall’orario delle lezioni per discutere di cristianesimo ed esperienze di fede, forse non immaginava che avrebbe dato vita a uno dei movimenti più influenti e radicati, ma anche discussi, dell’ampio mondo della Chiesa cattolica.

 

Gli anni di Gioventù Studentesca

Erano gli anni di Gioventù studentesca, da cui poi sarebbe nata Comunione e Liberazione; dai dissidi con l’Azione cattolica agli scontri del ’68, dal meeting per l’amicizia fra i popoli che si tiene a Rimini dal 1980 fino ai recenti legami sempre più espliciti con alcune sfere del potere politico, i sessant’anni di vita di CL sono stati costellati da iniziative umanitarie, battaglie politiche e sociali, attività culturali in ambito universitario, polemiche e scandali.

 

Il docu-film di Maggioni e Fontolan

A partire dai primi anni ’90, Crema e il territorio cremasco sono diventati, in questo senso, un laboratorio dentro cui il complesso mondo ciellino ha preso forma integrandosi con il tessuto associativo ed economico; anche in città, quindi, il movimento celebrerà il sessantesimo anniversario della fondazione, attraverso la proiezione del film-documentario La strada bella, realizzato da Monica Maggioni, direttore di Rai News24 e Roberto Fontolan, direttore del centro internazionale di CL, in programma venerdì 24 ottobre alle 20.45 presso il multisala Porta Nova.

 

Documenti da 43 paesi del mondo

L’iniziativa è organizzata dal centro culturale cremasco Stefan Wyszynski, costola del movimento ciellino cittadino. Si tratta di un video di oltre un’ora che ripercorre l’attività di Comunione e Liberazione con immagini e documenti provenienti da 43 paesi e tre ‘storie’ girate a New York, San Paolo e Kampala, in Uganda, oltre a un’intervista a don Julián Carrón, presidente della Fraternità di CL dal 2005, dopo la morte di Giussani.

 

Un fenomeno non solo italiano

“Un errore che spesso viene fatto – spiega Carlo Lusso, presidente del centro Wyszynski – è pensare che CL sia un fenomeno solo italiano, quando invece l’attività e la missione si sono sviluppate in tutti i continenti; il cristianesimo, se è esperienza vera, non è solo un aspetto religioso, ma coinvolge la quotidianità, interessa tutte le sfere del vivere sociale”. Ed è proprio questa pretesa di interpretare e innervare ogni aspetto della società ad aver attirato numerose critiche a CL per la contiguità con il potere politico ed economico. Rilievi che spesso sono giunti proprio dall’interno della Chiesa cattolica, dalle parrocchie e da altre organizzazioni sociali e ricreative di matrice cristiana.

 

La distensione

“Il movimento di CL – precisa Lusso – ha sempre fatto fatica ad essere pienamente accettato all’interno del mondo ecclesiale; così è stato sin dalla nascita, anche se oggi noto una convivenza più pacifica e distensiva. In giro per l’Italia, proprio in alcune parrocchie non propriamente vicine a CL in cui è stato proiettato, il film La strada bella ha avuto un’accoglienza positiva. Forse è il segno che qualcosa sta cambiando. C’è sempre stato, dentro e fuori la Chiesa, un pregiudizio di fondo verso il movimento; poco si conosce e tanto si parla per sentito dire. Questo documento aiuterà a limitare le incomprensioni e a favorire la conoscenza”.

 

Un anno particolare per il movimento cremasco
I sessant’anni di Comunione e Liberazione giungono in un periodo molto particolare per il movimento cremasco, in un tornante forse decisivo della propria storia e della propria impronta sul territorio. Per i ciellini cremaschi è stato un anno turbolento, di ferite e di successi allo stesso tempo: il caso di don Mauro Inzoli, ridotto allo stato laicale con l’accusa di abusi sui minori e indagato anche dalla giustizia penale, e al contempo l’elezione al parlamento europeo di Massimiliano Salini, politico in ascesa da sempre legato a Cielle.

 

La vicenda don Inzoli

“La vicenda di don Inzoli – ammette Lusso – ha generato un dolore personale imparagonabile rispetto al successo elettorale di una persona che conosco e stimo. C’è un dispiacere diffuso che rimane, non scompare, e che richiede una risposta. Per quanto mi riguarda, faccio mie le parole del vescovo nel suo ultimo comunicato, quando ha parlato di ‘verità’ e ‘misericordia’. Ciò non toglie che per molti di noi don Inzoli è stato persona di riferimento e speranza”.

 

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