21-08-2017 ore 17:03 | Cultura - Arte
di Tiziano Guerini

Architettura. Marco Ermentini, dal mestiere del conciatetti al valore della timidezza

Padre del restauro timido – che gli è valso nel 2016 una citazione sull’Enciclopedia Treccani - nonché collaboratore del celebre architetto e senatore a vita Renzo Piano, l’architetto cremasco Marco Ermentini appare ora sulla prima pagina della Domenica de Il Sole 24 Ore. La data è quella del 20 agosto 2017; il luogo, se così si può chiamare, è l’ampia ed apprezzata recensione (a questo link) del suo libro La vita dei tetti e il castello visconteo di Pandino, a firma di Fulvio Irace.

 

Il conciatetti ieri e oggi

Il timido mestiere del conciatetti di cui parla l’articolo è quello del tradizionale riparatore di tetti che ispeziona, una ad una, travi, coppi e tegole per verificarne lo stato di conservazione, ed eseguire gli opportuni interventi di restauro. La novità consiste nel modo: evitando costosi ponteggi, utilizzando reti in nylon e garantendo la massima sicurezza agli operatori. Un esempio concreto della timidezza – non chiamiamola parsimonia – e del concetto di restauro timido: il buon senso di saper intervenire intelligentemente, poco e con poco, adottando la prudenza come linea di azione.

 

Cura, prevenzione, timidezza

“Non mi aspettavo una recensione così importante ed autorevole – commenta soddisfatto l’architetto cremasco – anche se dopo anni di sperimentazione in lavori importanti, come il Castello di Pandino, la chiesa di Santa Maria in Bressanoro a Castelleone e Villa Emo a Monselice, è giusto che la timidezza nel restauro trovi un riconoscimento ufficiale. Dimostra che il bisogno d’innovazione emerge proprio nei periodi di crisi e di difficoltà. Da sempre sono per un’architettura che non abbia necessariamente bisogno di interventi radicali o spettacolari. La filosofia giusta è quella della cura e della prevenzione anche negli edifici, oltre che dell’uomo”.

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