19-09-2015 ore 19:02 | Cultura - Arte
di Stefano Zaninelli

Biennale di Soncino: l’arte brilla tra le mura della storia. Marco Tosoni: “documentiamo la contemporaneità”

Domenica 20 settembre calerà il sipario sulla ottava edizione della mostra Biennale di Soncino, dedicata a Marco Grazioli ed organizzata dall’associazione Quartiere 3. Tre gli scrigni che dal 29 agosto hanno custodito le centinaia di opere esposte – a cui si aggiungono altre sei mostre satellite e l’esposizione a palazzo Stanga a Cremona – e che rappresentano luoghi di pregio del contesto urbano soncinese: la Rocca sforzesca, l’ex filanda Meroni e il Museo della stampa.   

 

L’opera nell’opera

È l’opera nell’opera: la Rocca di Soncino rappresenta il quartier generale della Biennale, la preziosa cornice di un’opera di pregio. Dentro, fuori, sotto e persino sopra si manifesta un mondo di creazioni vario ed eterogeneo, che passa dai gargoyle sulle guglie al Red - emotional space, l’installazione del cremasco Stefano Ogliari Badessi gonfiata nel fossato. All’interno della Rocca, dalle torrette ai sotterranei, si può trovare di tutto: dall’artigianato alle sculture, passando per installazioni multimediali e creazioni digitali.

 

Biennale di Soncino, un'installazione sulle guglie (foto © Cremaonline.it)

Tratti della società

Ampio spazio anche alla fotografia, alle immagini e alla pittura: l’ex filanda Meroni ospita gli scatti e le elaborazioni frutto del lavoro di 17 artisti, locali e stranieri. Anche in questo caso le collezioni propongono un’ampia gamma di stili e di forme. Difficile ritrovare gli stessi soggetti passando da una parete all’altra. Tuttavia, non sfugge l’attenzione di alcuni artisti all’attualità, declinata nei temi della globalizzazione, dell’era 2.0 e della pervasività dei social media nella vita di tutti i giorni.

 

La contemporaneità

Come spiega Matteo Tosoni, presidente dell’associazione Quartiere 3, l’obiettivo è “documentare la contemporaneità in tempo reale, un esercizio intellettuale difficile e destinato a suscitare accesi dibattiti. D'altra parte, però, questa attività rappresenta un dovere per chiunque sia interessato a capire come si manifestano nel presente la curiosità e il confronto culturale, cioè gli ingredienti che determinano la ricerca e la crescita in ogni tipo di espressione umana e in ogni epoca”.

 

Biennale di Soncino, un'installazione nei seminterrati della Rocca (foto © Cremaonline.it)

Rivelazione della realtà

“La peculiarità degli artisti risiede nella loro propensione a coniugare la propria cultura, storia e personalità ad una capacità di intuitiva introspezione, che genera squarci di rivelazione e comprensione rispetto a noi stessi ed alla realtà di ciò che ci circonda. Questa è l’esigenza che anima Quartiere 3, che da alcuni anni organizza la mostra. Il piacere di provare stupore di fronte ad una vera e propria epifania intellettuale è una esperienza alla quale vorremmo che tutti partecipassero”.

 

Soncino: arte e storia

Tutto ciò accade a Soncino: “troppo settentrionale per Cremona, oltre il confine per Bergamo e Brescia e storico avamposto del Ducato di Milano; Soncino è terra di nessuno o terra di tutti: come l'arte. Ogni mattone di questa città racconta la sua storia e, come per l'arte – conclude Tosoni – possiamo semplicemente guardarli oppure vederli e capirli attraverso le diverse e personali chiavi di lettura che il visitatore ha con se”.

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