19-08-2014 ore 17:44 | Cultura - Arte
di Andrea Galvani

Roma. Frida Kahlo, quando la fragilità diventa talento rivoluzionario. Alle Scuderie del Quirinale la mostra dedicata alla grande artista messicana

Nella suggestiva ed esclusiva cornice delle Scuderie del Quirinale, sta per concludersi la splendida mostra su Frida Kahlo (1907-1954), simbolo dell'avanguardia artistica e dell'esuberanza della cultura messicana del Novecento. Il progetto, di grande valenza culturale, unisce due magnifiche città, Roma e Genova, in un progetto congiunto dedicato all’opera dell’artista messicana.

 

Dal Modernismo al Surrealismo internazionale

La mostra romana, inaugurata lo scorso 20 marzo ed in chiusura il 31 agosto 2014, analizza la vita e l’arte di Frida Kahlo mettendola a confronto con i movimenti artistici a lei contemporanei, dal Modernismo messicano al Surrealismo internazionale; ne analizza le citazioni, gli spunti, le influenze sulle sue opere, dalle quali traboccano amore e passione. Non mancano accenni alla Nuova Oggettività ed al Realismo magico, appaiono in tutta la loro potenza elementi del folklore e simboli ancestrali, con spunti tratti dal realismo americano degli anni ’20 e ’30 (Edward Hopper, Charles Sheeler, Georgia O'Keefe), componenti ideologico-politiche ispirate dal muralismo messicano (Rivera, Orozco), fin al culmine di Frida, ovvero l'autorappresentazione ed in particolare il ritratto. 

 

L’universo privato
La mostra genovese, Frida Kahlo e Diego Rivera, a Palazzo Ducale, dal 20 settembre 2014 al 15 febbraio 2015, proseguirà il racconto iniziato nella capitale, analizzando il privato di Frida, un universo di grande sofferenza, al centro del quale sarà sempre grande protagonista il marito Diego Rivera, in un rapporto d’amore che tra alti e bassi, addii e riconciliazioni, si fonde e nutre le rispettive produzioni artistiche.

 

La forza dell’imperfezione

Icona indiscussa della cultura messicana novecentesca e antesignana del femminismo Frida Kahlo abbandona l’idea di studiare medicina a 17 anni, in seguito ad un terribile incidente stradale che la segna nel fisico e nella mente. Nella sua arte, che la vede protagonista, filtro e misura della tradizione, confluiscono i colori e i simboli della cultura popolare messicana. La sua fragilità, le frustrazioni, le angosce, la sua umana imperfezione (su tutte i baffi e il monociglio) non viene nascosta, ma indagata, utilizzata come messaggio universale attraverso varie epoche, dal Pauperismo rivoluzionario all'Estridentismo, dal Surrealismo a quello che decenni più tardi avrebbe preso il nome di Realismo magico.

 

Il mito di Frida

La mostra alle Scuderie è curata da Helga Prignitz-Poda e offre la possibilità di ammirare capolavori assoluti provenienti da collezioni private e raccolte pubbliche di Messico, Stati Uniti, varie nazioni d’Europa. Particolarmente interessante la selezione dei ritratti fotografici di Frida, con scatti a colori realizzati dal pioniere Nickolas Muray negli anni quaranta, a dimostrazione dell’avvenuta trasformazione dell’artista in icona e mito. In particolare nella nostra epoca, intrisa di finzione e con scarso rispetto per le proprie meravigliose, uniche ed irripetibili, imperfezioni.

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