18-02-2018 ore 15:01 | Cultura - Tradizioni
di Lidia Gallanti

Crema. Arte campanaria al museo civico, la tradizione del territorio risuona nei chiostri

I rintocchi della tradizione campanaria cremasca risuonano nei chiostri del centro culturale sant’Agostino. Sabato 17 gennaio è stato inaugurato il nuovo percorso museale dedicato al patrimonio artigianale e musicale delle ditte Sabbadini, D’Adda e Allanconi. Quest’ultima - situata a Bolzone, frazione di Ripalta Cremasca - è ancora in attività, depositaria di un sapere nato nel 1498 con la fonderia cremasca Crespi e tramandato fino ai giorni nostri.


Campane, voce del territorio
“Le campane sono parte della nsotra cultura, laica e cristiana – afferma il sindaco di Crema Stefania Bonaldi – il nuovo allestimento testimonia l’importanza di un tale patrimonio e fa del Museo civico di Crema una realtà a servizio di tutta la comunità territoriale”. Un concetto ripreso dal sindaco di Ripalta Cremasca Aries Bonazza, che ha sottolineato “l’intensa collaborazione tra enti e istituzioni locali per portare nei luoghi della cultura le eccellenze del territorio”. Il vescovo Daniele Gianotti ha ricordato un recente viaggio in Uruguay, “ paese laico e laicista dove le campane sono motivo di unione e oggetto di grande cura da parte della popolazione. Anche a Crema suonano di giorno e di notte: è un suono legato alla tradizione cristiana e allo stesso tempo un elemento caratteristico della nostra civiltà”.


Ceppi e documenti storici

Nel secondo chiostro è possibile ammirare sette ceppi e le rispettive ruote. Fino agli anni Sessanta erano incastonati nel castello ligneo del campanile della Cattedrale, oggi sostituito da una struttura metallica. Il curatore museale Matteo Facchi, l'esperto di arte campanaria Marcello Palmieri e il segretario della Federazione campanari ambrosiani Paolo Branchi hanno spiegato storia e funzionamento dei congegni. Il sistema ambrosiano si compone di un contrappeso e una ruota per facilitare e migliorare il meccanismo che dà voce alle campane, un tempo azionate unicamente a mano. Al piano superiore del museo, una mostra temporanea con documenti e materiale concesso in prestito dalla famiglia D’Adda, proprietaria della fonderia attiva dal 1912 al 1963. Registri, dime e bozzetti sono esposti al primo piano del museo civico, per raccontare la complessità di un’arte preziosa, ancora tramandata sul territorio cremasco e regionale.

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