18-01-2019 ore 19:41 | Cultura - Proiezioni
di Roberta Fonte

Glass, per Shyamalan, Bruce Willis e Samuel Jackson la diversità è il vero super potere

È al cinema Glass, sequel di Split (2016) e del meno recente Unbreakable il predestinato (2000). Come è stato per i primi due capitoli, firma la regia M. Night Shyamalan. Il quarantanovenne indiano cresciuto negli Stati Uniti si è fatto conoscere dal pubblico prima come sceneggiatore di piccole lavorazioni come Stuart Little (1999) e in seguito grazie alla direzione e sceneggiatura di noti film come Il sesto senso (1999), con il quale viene candidato ad un oscar alla regia, Sign (2002) e The village (2004).

 

Tutto torna”

Ritroviamo il personaggio di David Dunn, impersonato da Bruce Willis, come “giustiziere privato”, costretto ad iniziare una lotta contro personaggi oscuri del presente e del passato nell'eterna lotta tra bene e male. Di primo piano il cast con Samuel L. Jackson (con i quali il regista ha già fatto numerose collaborazioni) e James McAvoy, con la new entry Sarah Paulson, conosciuta per la serie American Horror Story. Distribuito da Universal pictures e Buena vista pictures, Glass chiude degnamente un ciclo durato quasi vent'anni. Il ritmo è incalzante. Non mancano i colpi di scena nella sceneggiatura dinamica di Shyamalan, favorita dalle scenografie di Chris Trujillo, già reduce da quelle per la serie di successo Netflix Stranger Things.


Diversità: il vero superpotere”

Nel film gli eroi dei fumetti sono più cupi rispetto a come solitamente sono rappresentati. La diversità viene descritta come strumento per combattere il conformismo sociale. Il regista continua la tradizione, partecipando attivamente alla storia e passando davanti alla camera da presa. Per lui un piccolo cameo: in quanti riusciranno a riconoscerlo?

 

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