15-11-2017 ore 12:44 | Cultura - Tradizioni
di Juliao Vanazzi

Soncino. Dal baco alla stoffa dei re, nell'ex filanda riapre il museo dedicato alla seta

Bianca, delicata al tocco ma estremamente resistente, tutti apprezzano la seta ma in pochi sanno come trasformare un bozzolo in un filo pregiato. Per conoscere stoffa dei re basta fare tappa all’ex filanda di Soncino, dove lo scorso 11 novembre ha riaperto i battenti la mostra dedicata al prezioso tessuto che fino all’inizio del secolo scorso veniva prodotto anche sul nostro territorio. Il museo della seta raccoglie i macchinari utilizzati per coltivare i bachi, trattare la materia prima e tessere i filati, corredati da schede esplicative e video d’epoca che mostrano le varie fasi della catena di montaggio. Una tappa imperdibile per grandi e piccini, per fare un tuffo nel passato e riscoprire le tradizioni dei nostri nonni. La mostra sarà visitabile la seconda e la terza domenica del mese dalle 14.30 alle 17.


 

Un affare di famiglia

Più che un lavoro, per il curatore del museo Enzo Corbani la seta è una vera e propria passione tramandata da tre generazioni. La nonna fu la prima a lavorare in filanda, seguita poi dalla madre di Corbani, che nel museo soncinese ha raccolto documenti storici e oggetti preziosi, testimoni di un tempo lontano. “È l’occasione per scoprire un lavoro che ormai non viene più fatto, ma che a mio parere non andrebbe dimenticato” spiega il curatore, che continua nella propria attività, sperando di trasmettere la sua passione al figlio Federico, quindi alla quarta generazione.

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