15-11-2014 ore 17:10 | Cultura - Crema
di Stefano Zaninelli

The good girl. Da sabato 15 a domenica 30 novembre le donne di Drunkenrabbit in esposizione al San Domenico

The good girl è il titolo della mostra personale di Drunkenrabbit, all’anagrafe Linda Ferrari. L'esposizione, una quindicina di quadri nei chiostri del San Domenico, da sabato 15 a domenica 30 novembre. Bresciana, classe 1986, Linda ha frequentato il liceo artistico e ha studiato design all’Università delle Belle Arti. Dipinge per diletto e da circa 7 anni ha iniziato ad esporre le sue opere all’interno di mostre e gallerie.

 

Drunkenrabbit, ovvero coniglio ubriaco: un nome d’arte singolare per una ragazza. Non trovi?
"È una trasposizione del Bianconiglio di Alice nel paese delle meraviglie. Vuol dire ubriaco, ma significa anche qualcosa di diverso dal vecchio Bianconiglio che tutti conosciamo, quello che rappresenta il punto che seguiamo nella nostra vita: un obiettivo, un sogno".

 

Com’è nata la tua passione per la pittura?
"Ho sempre dipinto, sin da quando ero piccola. Il disegno è stata una costante. Poi, ad un certo punto, ho iniziato a trasporre i miei disegni su tela, su consiglio di un’amica. All’inizio lo facevo prettamente per hobby mentre ora è diventata un’attività più professionale".

 

Qual è il soggetto dei tuoi dipinti?
"Sono tutti autoritratti di donne, rappresentano me, ma anche situazioni in cui chiunque potrebbe riconoscersi. Non c’è un solo messaggio dietro queste opere, sono molteplici: lavoro, amore, sesso e moltissime altre tematiche della vita di tutte le persone. Non sono opere a sfondo sociale, non intendono denunciare o spiegare alcunché: è la mia visione di un immaginario che faccio diventare un po’ gotico e fiabesco".

 

Ricordi qualche aneddoto legato a questa passione?
"Per diventare una pittrice famosa devi passare da almeno una galleria d’arte. Un paio d’anni fa un gallerista mi contattò chiedendomi di riprodurre un mio quadro che avevo già venduto. L’ho realizzato e gliel’ho consegnato. Dopo qualche mese sono tornata a prenderlo, ed era ancora impacchettato, mai esposto. La rivalsa l’ho avuta pochi giorni dopo, quando l’ho esposto ad un’altra mostra ed è stato acquistato subito".

 

Qual è il tuo sogno nel cassetto?
"Sicuramente cercare di trasformare questa passione nel mio lavoro. Mi sveglierei la mattina e passerei tutto il giorno a dipingere, se questo mi permettesse di mantenermi. E anche se non sono ancora arrivata a quel livello, più gli anni passano più i riscontri positivi aumentano. Sono speranzosa". 

292