15-05-2024 ore 18:27 | Cultura - Incontri
di Patrizia de Capua

Franco Gallo presenta il filosofo del disinganno Giuseppe Rensi al Caffé filosofico di Crema

“Venuta la sera, mi ritorno a casa ed entro nel mio scrittoio; e in sull’uscio mi spoglio quella veste cotidiana, piena di fango e di loto, e mi metto panni reali e curiali; e rivestito condecentemente entro nelle antique corti delli antiqui huomini; dove, da loro ricevuto amorevolmente, mi pasco di quel cibo che solum è mio e ch’io nacqui per lui; […] e non sento per quattro hore di tempo alcuna noia, sdimentico ogni affanno, non temo la povertà, non mi sbigottisce la morte: tutto mi transferisco in loro”.

 

Adelfi della filosofia

Così Niccolò Machiavelli scrive in una lettera del 1513 all’amico Francesco Vettori. Così, fatte salve alcune insignificanti differenze, ci si sente quando il Caffè filosofico di Crema ospita Franco Gallo. Differenze: l’incontro non avviene nel mio studio, ma presso il Caffè Gallery. L’abbigliamento è quello che si preferisce (ma anche i “panni reali e curiali” di Niccolò alludono a un’attitudine, più che a vesti damascate). L’esperienza non è privata, ma individuale-collettiva, poiché ha luogo in comunione con amici adelfi, fratelli nell’amore per mamma Filosofia. Infine le ore (purtroppo) non sono quattro, ma la metà, e per decenza nei confronti dei gestori del locale ci si ritira verso le 23.00 ringalluzziti dopo una giornata di lavoro o di noia, desiderosi di abbeverarsi ancora a quella fonte.

 

Giuseppe Rensi: la Renaissance

L’argomento di lunedì 13 maggio è Giuseppe Rensi filosofo del disinganno. Franco Gallo spiega che ebbe l’occasione di approfondire la conoscenza di questo filosofo fin dal 1993, quando a Gargnano venne invitato a un convegno su L’esperienza dell’assurdo. L’editore Adelphi aveva da poco pubblicato il libro di Rensi Filosofia dell’assurdo, già apparso nel 1937 come versione riveduta e ampliata di Interiora rerum del 1924. Pare che questo vezzo di rimescolare e ricomporre parti di opere precedenti fosse una caratteristica del suo metodo di lavoro. Oggi lo fanno tanti, ma allora, senza il computer col suo taglia e incolla, non era così semplice. Nel 1955 le Cronache di filosofia italiana, 1900/1943 di Eugenio Garin esprimono un giudizio che Gallo definisce “pesantemente negativo” su Rensi, a causa del suo pessimismo storico. Nel 1951, al contrario, Paolo Rossi ne aveva proposto una visione positiva nella prefazione ai saggi filosofici rensiani Sale della vita. Oggi assistiamo ad una vera e propria Renaissance dell’Autore, i cui testi vengono pubblicati molto più di quelli di Croce e Gentile, e da case editrici prestigiose, come la già citata Adelphi e la Scuola di Pitagora, dell’Istituto di Studi Filosofici di Napoli.

 

Un filosofo dall’anima multipla

Gallo ci accompagna nel complesso percorso di questo studioso che, nato a Villafranca di Verona nel 1871, esercita la professione di avvocato fino al 1910, quando inizia ad interessarsi solo di filosofia. Dapprima socialista turatiano, esule in Svizzera dopo i moti di Milano del 1898, contrario alla filosofia neoidealista crociana e gentiliana, sostenitrice di una visione ottimistica della storia, interessato piuttosto ad altri tipi di idealismo, come quello di Royce. Interventista nel 1914, ormai Rensi non è più socialista, ma democratico repubblicano incline al nazionalismo (“tutto l’Adriatico dev’essere italiano”). Tuttavia l’esperienza devastante della prima guerra mondiale, con relativo smarrimento di ogni valore (il “disinganno” del titolo), lo vede ripiegare su prospettive di disilluso scetticismo. Alcune sue espressioni – solo l’autorità è in grado di garantire la libertà – vengono adottate dal fascismo, a cui sembra aderire, ma per breve periodo. Anticlericale ed ateo, viene destituito dall’insegnamento nel 1934. Infine il suo spirito anarcoide si manifesta pienamente in una sorta di pessimismo libertario e individualistico: non esiste il popolo, esistono solo individui. A Genova, dove verrà sepolto nel 1941, sulla sua tomba si legge Etiam si omnes, non ego: “anche se tutti, io no”.

 

Esperienza sensoriale immersiva

L’esperienza che Gallo ci offre è quella che oggi si definisce sensoriale immersiva: il relatore mostra testi del primo Novecento, con la classica copertina color cioccolato al latte o crema strapazzata. Il profumo della carta antica resuscita sensazioni di scappatelle infantili fra i libri proibiti della biblioteca paterna. Da ottimo docente consegna fotocopie, cita siti dove fare ricerca e scaricare gratuitamente ogni libro di Rensi (archive.org), guarda i presenti negli occhi uno per uno, dando la percezione del suo intento maieutico. Accende anche in noi la passione per un Autore variamente qualificato come materialista o spiritualista, ateo che può dimostrare l’esistenza di Dio, apprezzato dai credenti (cosa che oggi può parere normale se non banale, ma allora era insolita). Augusto del Noce gli dedica uno studio in Filosofia dell’esistenza e della libertà, accostandolo ad altri autori come Renouvier, Benda, Weil, Martinetti. Gianfranco Morra se ne occupa in Scetticismo e misticismo nel pensiero di Giuseppe Rensi. Nei manuali scolastici raramente viene citato, se escludiamo Michele Federico Sciacca che, collocandolo nel paragrafo La critica del positivismo, gli concede non più di tre righe e mezza, per dire che “il positivismo trova ancora una delle sue manifestazioni nello scetticismo gnoseologico e nel materialismo di Giuseppe Rensi (1871-1941), scrittore brillante e paradossale”. Materialista secondo lo spiritualista Sciacca, spiritualista secondo il materialista Ludovico Geymonat, che nella Storia del pensiero filosofico e scientifico, accomunando Giuseppe Rensi allo storico della filosofia Adolfo Levi, inquadra i due autori nell’ambito dei filosofi che, partendo dalla critica al naturalismo positivistico, pervengono a “posizioni sostanzialmente spiritualistiche”.

 

Crema del Pensiero 2024

La serata è primaverile. Peccato tornare a casa. Dimenticavo: Tiziano Guerini in anteprima comunica che Crema del Pensiero 2024 si svolgerà nei giorni 6, 7, 8 giugno, avrà come argomento Cesare Pavese e relatori Salvatore Natoli, Giovanna Romanelli e Fabio Canessa.

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