15-03-2016 ore 13:11 | Cultura - Incontri
di Tiziano Guerini

Caffè filosofico, Livio Cadè e la sofferenza degli animali nella società contemporanea

Parlare contro la sofferenza inutilmente causata agli animali, o condannare pratiche veramente crudeli di macellazione o di vivisezione, è non solo possibile ma doveroso. Ma la relazione di Livio Cadè al Caffè filosofico di lunedì 14 marzo - intitolata Ecatombe: l'olocausto degli animali nella società contemporanea - vuole andare oltre e denunciare non solo il vero e proprio massacro in atto contro gli animali, specificatamente i mammiferi, in omaggio al mercato, ma condannare la concezione stessa di chi considera l'animale un essere inferiore in sé, senza alcun diritto al rispetto della propria natura di essere senziente, con sentimenti affettivi ed esperienza del dolore.

 

Vegetarismo etico

Quello di Livio Cadè è un appello al vegetarismo etico. “Gli animali evoluti hanno fondamentali elementi comuni con gli uomini: biologia, psicologia, forse anche spiritualità. Allora perché considerare gli animali come un popolo vinto? Perché esercitare contro di loro la nostra logica del dominio? Certo ci sono anche violenze che vengono esercitate contro gli esseri umani, ma questo non solo non giustifica la violenza indiscriminata e crudele contro gli animali, ma tale pratica può considerarsi addirittura propedeutica per la violenza fra gli uomini. Perché tanta crudeltà verso gli animali? Per ignoranza: non si riconosce la loro sensibilità e non si conoscono le drammatiche pratiche dell'allevamento intensivo e della macellazione.”

 

Per divertimento, cibo e vanità

Negli zoo e nei circhi, per divertimento, si contraddice la natura erbivora dell'uomo; si attuano inutili pratiche di abbigliamento di lusso. Per la ricerca scientifica: daccapo si ignorano le pratiche crudeli cui sono sottoposte le cavie; la tecnologia consentirebbe sperimentazioni diverse. Cambiare il nostro atteggiamento verso gli animali significherebbe uscire dalla logica dominante nella nostra società del dualismo predatore-preda, padrone-schiavo, proprietario-merce. Non per nulla l'espressione 'capitalismo' deriva dal 'contare le teste (caput) del proprio gregge'. Farsi vegetariano allora non è una semplice scelta salutistica, ma significa contestare globalmente l'ordine sociale dominante del mercato, significa immaginare una rottura sociale, significa liberarsi dalla colpa di esserci fatti predatori”.

 

Obiezioni e consensi

Naturalmente si è trattato, come si può immaginare, di una relazione particolarmente forte, rispetto alla quale non sono mancate obiezioni e critiche. È proprio vero che la natura dell'uomo, a differenza di quella degli animali, non sia quella del predatore? Se sì, ne deriverebbe una differenza qualitativa nei confronti degli animali che, in parte, giustificherebbe la nostra concezione di superiorità. Cosa provocherebbe per la sopravvivenza di tutti una totale libertà di vita e di comportamento universale per tutti gli esseri viventi? Quello che è condivisibile è certamente il dover porre fine a pratiche di violenza contro gli animali dettate solo dal profitto e dall'ignorante brutalità.

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