12-09-2016 ore 19:19 | Cultura - Incontri
di Tiziano Guerini

Crema, i Manifesti. In 200 per Barbero, il racconto e la suggestione storica

Duecento persone attentissime, domenica 11 settembre, ad ascoltare Alessandro Barbero, storico e scrittore, leggere un racconto del russo Nikolaj Leskov (1831-1895): il Pigmeo tratto dal libro I racconti dei giusti. Il protagonista della serata dei Manifesti interpreta la lettura da attore consumato, modulando voce e gesti. Del resto il racconto, semplice nello svolgersi, è caratterizzato dal discorso diretto di cui Leskov era uno specialista e invita alla recitazione. L'importanza del racconto sta nella sua capacità di rendere un'epoca e le sue contraddizioni: si può essere compassionevoli anche contro il proprio dovere ma risultando coerenti con la propria inclinazione naturale?

 

La lezione dello storico

Alla fine della lettura, Giovanni Bassi, nella veste che gli è propria di intervistatore, sollecita Barbero sui temi che gli sono congeniali. "D'accordo - dice rispondendo alla prima domanda - l'insegnamento scolastico della storia è spesso noioso - nomi, date...- ma non saprei fare meglio: la scuola deve dare l'impalcatura necessaria perché poi, volendo, si possa passare agli approfondimenti e ai giudizi sui vari avvenimenti che la storia propone. Censura contro gli storici? "Ci sarà pur un motivo se le dittature controllano cosa scrivono gli storici e non, ad esempio, le scoperte dei chimici".

 

Il revisionismo

Parlando di revisionismo storico ha sostenuto che “da un certo punto di vista lo storico propone sempre delle riletture e delle variazioni di giudizio, fermo restando l'oggettività dei fatti. Quello che non condivido è la forzatura di chi sottolinea volutamente solo alcuni fatti, del resto già noti, almeno agli addetti ai lavori, isolandoli dal contesto, per poi trarne conclusioni di parte”.

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