12-04-2017 ore 10:40 | Cultura - Incontri
di Tiziano Guerini

Caffè filosofico. Sud Africa, laboratorio politico per il post-colonialismo

Al Caffè filosofico del 10 aprile si è parlato dell'Africa. Non dei Paesi dell'Africa settentrionale di cui conosciamo soprattutto il fenomeno dell'emigrazione disperata verso l'Europa, ma dell'Africa del sud - il Sudafrica appunto - che è da anni un laboratorio politico di integrazione e di emancipazione sociale. Con risultati non sempre positivi. Relatore della serata sul tema "l'eredità dell'Apartheid e la difficile integrazione nel Sudafrica" è stato Bruno Pierri esperto in " Storia, Istituzioni e Relazioni internazionali dei Paesi extraeuropei."

 

L'importanza della formazione delle classi dirigenti

L'argomento è stato introdotto da Franco Gallo, filosofo, ispettore scolastico e provveditore agli studi di Cremona, per mostrare la valenza filosofica della trattazione. "La riflessione filosofica sulla storia mostra sempre di più l'importanza delle classi dirigenti di un Paese per indirizzarne gli avvenimenti e gli sviluppi sociali. Gli uomini di potere, in specie i politici, rivendicano nei Paesi emergenti sempre di più una leadership che spesso difficilmente coesiste con i principi di democrazia". È il caso dei Paesi della vecchia colonizzazione europea in Africa che si sono affacciati relativamente da poco sulla scena della politica internazionale, come appunto il Sudafrica.

 

Il Sudafrica, dall'Apartheid alla Repubblica

È toccato al professor Bruno Pierri entrare decisamente in argomento per una rievocazione storica del percorso politico e sociale del Sudafrica nel corso del '900. Dalle leggi di separazione razziale - l'Apartheid - del 1913, alla nascita della Repubblica indipendente dalla Gran Bretagna del 1961; all'arresto, l'anno successivo, del leader della liberazione politica e sociale del Sudafrica Nelson Mandela, fino alla sua liberazione e alla nomina a Presidente all'inizio degli anni '90. Un lungo percorso di un Paese grande produttore di materie prime, impegnato in riforme sociali difficili come la restituzione delle terre espropriare durante i governi razziali, alla ricerca di una autonomia di politica internazionale dopo la condizione di Stato di resistenza all'espansione politica sovietica, determinata dall'influenza politico-economica americana, durante la Guerra fredda.

 

Emancipazione sociale

Ancora oggi il percorso della emancipazione sociale presenta lacune e difficoltà; ancora oggi la volontà del Sudafrica di determinare, con altri Stati, uno sviluppo politico ed economico autonomo e complessivo per il grande continente africano, trova ostacoli incomprensioni o tentativi di nuova colonizzazione (vedi gli interessi economici cinesi). Eppure il futuro del mondo passa attraverso il futuro dell'Africa. Le considerazioni finali sono toccate a Alessandro Duce ordinario di Storia e Relazioni internazionali all'università di Parma.

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