10-06-2017 ore 18:42 | Cultura - Arte
di Silvia Tozzi

Pandino. Deposizione di Callisto Piazza, presentato il restauro promosso dal Lions

Sabato mattina, presso la banca popolare di Lodi a Pandino, alla presenza del parroco don Eugenio Trezzi, è stato presentato il lavoro di restauro della Deposizione, opera del 1556 del pittore lodigiano Callisto Piazza presente nel borgo ancor prima della costruzione dell’attuale chiesa di santa Margherita. L’intervento, presentato dall’architetto Andrea Silva, è stato promosso dal Lions club Castello. Il restauro è stato effettuato da Paolo Mariani. Il quadro è ubicato nella canonica della chiesa parrocchiale. I lavori hanno visto impegnati in prima persona due tra i più preparati restauratori della provincia, Luciana Manara ed Enrico Perni. Il restauro è stato complesso per le stratificazioni materiche che si sono succedute nel corso di precedenti restauri ma anche a causa di alcuni imprudenti interventi di pulitura.

 

Intensità emotiva

L’opera rappresenta una delle scene più dolorose della passione di Cristo. Per la Vergine Maria, la Maddalena, le tre Marie, Giovanni evangelista, Giuseppe d’Arimatea e altri astanti, il momento è di grande intensità emotiva: Gesù, dopo essere stato crocefisso e dichiarato morto, viene tolto dalla croce e preparato per la sepoltura. Le tre croci vuote si stagliano sulla cima del monte Golgota, luminoso e raffigurato sullo sfondo con grande maestria. È il momento dell’ultimo saluto. Nonostante questo, nella scena che anticipa definitivamente il commiato da Gesù Cristo, che verrà deposto dopo poco, nel vicino sepolcro non si vede disperazione, si legge una velata serenità che non è data dalla rassegnazione ma dalla speranza o probabilmente dalla certezza che dopo la morte c’è la resurrezione. Gesù aveva pronunciato, con fermezza, nel discorso al tempio, la frase Distruggete questo tempio e io in tre giorni lo riedificherò. Il Piazza, non più giovane, lo vuole comunicare, lo dice con il suo pennello. Questo si vede specialmente attraverso la lettura fisiognomica del Cristo, della Madonna e dell’apostolo Giovanni. Un cartiglio collocato immediatamente sotto al sudario, sulla sinistra del dipinto, reca l’iscrizione Calistus Platea faciebat 1556

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