06-02-2016 ore 10:10 | Cultura - Proiezioni
di Rebecca Ronchi

Point Break, le otto prove di Ozakhi portano l'umanità ai confini dell'impossibile

Un quarto di secolo dopo, torna nelle sale un film che ha fatto epoca: Point Break. Un film che ad ogni riproposizione televisiva incolla allo schermo generazioni di appassionati, che hanno sempre negli occhi la scena culto dell'inseguimento. Nel 1991, poteva contare sulla regia di Katrin Bigelow e due attori entrati nell'olimpo dell'arte cinematografica: Keanu Reeves e Patrick Swayze. L'edizione moderna è stata affidata a Ericson Core, già direttore della fotografia in alcune pellicole di primo piano, tra le quali il primo Fast and Furious.

 

Ambienti mozzafiato

Nel cast Edgar Ramirez (Zero Dark Thirty), Luke Bracey (G.I. Joe: Retaliation), Ray Winstone, Teresa Palmer e Delroy Lindo, mentre la produzione esecutiva è della Eagle Pictures. Le scene sono di grande impatto, dedicate ad alcuni tra i più spettacolari e folli sport estremi, per le quali sono stati scelti i migliori stuntman sulla piazza. Girato in ambienti mozzafiato di mezzo mondo - Austria, Svizzera, Francia, Messico, Venezuela, Polinesia Francese, India e USA – in Italia la produzione ha scelto luoghi d'incanto: il porto di Castro e Punta Riso a Brindisi.

 

Le otto prove di Ozakhi

La trama del 2016 cita l'originale solo all'inizio, ma ne prende velocemente le distanze, per vivere di vita propria e tra agenti dell'Fbi, grandi acrobazie e colpi estremi, porta lo spettatore a godersi da un punto di vista privilegiato le “otto prove di Ozakhi”, una serie di imprese al limite delle possibilità umane ma ispirate da finalità di salvaguardia ambientale.

 

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