05-07-2015 ore 19:15 | Cultura - Storia
di Andrea Galvani

Camisano, il fascino di una storia millenaria. Presentato il prezioso volume di Aldo Parati

“È bello – scrive monsignor Francesco Piantelli nel suo Folclore Cremasco - attardarsi con compiaciuta lentezza ai margini della storia e della cronaca dei nostri paesi e delle nostre comunità per vederne i dati più caratteristici, ma anche per conoscerne tutti i protagonisti che non sempre sono i personaggi più appariscenti”. Così si apre la prefazione del volume Camisano, cronache e protagonisti di una storia millenaria che, curato da Aldo Parati, desta molto interesse, tra gli appassionati delle tradizioni locali, in particolare perché grazie a lunghe citazioni, consente ai lettori d'immergersi nel linguaggio del tempo e gustarne caratteristiche ed evoluzione.

 

Reperti e antichi documenti

Presentato ufficialmente ieri sera presso l'oratorio dell'antico e nobile comune cremasco insieme a Micol Parati e Saverio Festini, classe 1924, testimone diretto dell'ultima guerra mondiale, come spiega l'autore “vuole raccontare ciò che si può incontrare in un viaggio dentro la storia di Camisano e vuole soffermarsi sui momenti e sui nomi che ne hanno riempito i giorni e gli anni, ma anche sulle diverse e, talvolta, straordinarie vicissitudini che si possono leggere nei reperti archeologici venuti alla luce da un secolo e mezzo ad oggi, in antichi documenti e, via via, sulla stampa ed ora anche in Internet”.

 

Selci e splendide asce

Dall'attualità, rappresentata da un'immagine del paese tratta dal satellite, si passa, con un salto a ritroso del tempo di qualche millennio, ai sentieri preistorici battuti da tribù del nord Europa “che nel ‘Riselone’ lasciano selci e nel ‘Nigrér’ splendide asce”. Il percorso tracciato da Aldo Parati, per anni capo servizio della redazione cremasca del quotidiano La Provincia, cultore e indagatore appassionato delle tradizioni locali, segue la guida di Pantaleone Lucchetti e don Angelo Aschedamini, “accomunati dalla passione e uniti nella ricerca di quanto i nostri campi, autentici scrigni archeologici, hanno custodito a lungo”.

 

Imperatori e antipapi

“Dopo il loro ‘fiuto’ - scrive l'autore - è arrivato il metal-detector a permettere nuove scoperte, come quel ‘Tesoro del Legionario’ che, nel 1997, affascina tutti con i suoi 500 sesterzi e il volto intatto dell’imperatore Alessandro Severo”. Non mancano documenti intriganti risalenti al 960, accenni all’epoca dei Conti di Camisano, “ghibellini convinti, in perenne lotta con i guelfi, che daranno un’impronta militaresca a questa zona”, tra i quali spicca l’antipapa Pasquale III. In questa storia millenaria non può “il miracolo della neve” dell'agosto del 1578, la costruzione della parrocchiale del 1592 o l'imperdibile racconto del “salto dalla carrozza” del vescovo Calini. “Con la fine del 1700 e l’inizio del 1800 – racconta Aldo Parati - Camisano cambia più volte nazionalità: dopo essere stato veneziano dal 1449, fa parte, per 100 giorni, della Repubblica Cremasca, poi diventa italiano e anche un po’ bergamasco e, dopo il 1815, si fa austro-ungarico”.

 

L'emigrazione ed il patto colonico

Il 1800 è segnato dall’emigrazione in America, “affrontata da un settantina di abitanti e la creazione di iniziative di solidarietà da parte dei parroci”, mentre “i primi vent’anni del 1900 vedono Camisano protagonista in campo sociale: viene siglato un patto colonico che sarà d’esempio in tutto il Cremasco”. Nel Novecento, dopo l’epoca delle leghe bianche s'impone il fascismo. Finita la guerra, “lo sviluppo industriale delle zone milanesi richiama molte famiglie e il paese, che pur vede la nascita di nuove strutture per la scolarizzazione, perde quasi un terzo dei suoi abitanti”. I favolosi anni Sessanta portano tv e “cantanti, ballerine e presentatori”. Non mancano le prime industrie, “come la Pegaso e l’Arcus” oppure “allevamenti particolari, come il Domus, per cavalli da trotto”.

 

Gli ampi orizzonti

“Il viaggio – spiega Parati - si ferma doverosamente con gli anni Settanta. Quello che avviene dopo non è ancora ‘storia’ e i protagonisti li puoi vedere e sentire di persona. Qualche appunto copre comunque anche lo spazio che ci riporta al 2015”, una veloce carrellata che riguarda I giorni del latte caldo, l’avvicendamento delle attività industriali, le attese per il terzo millennio e la bella notizia di un altro vescovo tutto camisanese, come è don Rosolino, impegnato in Guatemala. Come a dire che gli orizzonti si sono davvero ampliati”.

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