05-02-2017 ore 10:56 | Cultura - Soncino
di Andrea Baruffi

L'arte del graffito da New York a Soncino. Nella filanda la mostra del movimento Gant

Un’esplosione di colori che conquistano il visitatore. Così possiamo definire la mostra internazionale Gant – Gallery artist no tags, artisti che non sporcano i muri, allestita nella sala ciminiera della filanda Meroni a Soncino. L’installazione è composta da trenta opere su tela del movimento artistico newyorkese. È  possibile visitarla ad ingresso libero fino a domenica 19 febbraio nei seguenti orari: da martedì a venerdì dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 16.00; sabato e domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.

    

Opere collettive

“Il graffitismo è nato come movimento di protesta e libera espressione creativa negli anni settanta a New York. Negli anni ottanta – ha spiegato Enrico Caruso, curatore della mostra - Keith Haring ha trasportato l’arte dei writers su tela. Nel 2010 a New York è nato Gant grazie agli artisti Frank Denota, Paul Kostabi e LaII - Little Angel. Lo scopo è quello di non sporcare i muri delle città ma realizzare i graffiti su tela, riuscendo così a tramandare alle future generazioni questa espressione artistica”.  I soggetti “sono preparati da Frank Denota. A turno o contemporaneamente Paul Kostabi e LaII - Little Angel li completano con il graffito”.

 

Da New York a Soncino

“Dopo New York, Londra, Parigi, Amsterdam e Bruxelles siamo onorati di poter ospitare l’installazione nel nostro borgo” hanno dichiarato con grande soddisfazione il sindaco Gabriele Gallina e il consigliere con delega alla cultura Roberta Tosetti. Una targa è stata donata dall’amministrazione ad Umberto Cabini per aver sostenuto la mostra e “aver dato lustro a Soncino scegliendolo come sede espositiva di mostre di caratura internazionale”.  Il risvolto sociale e politico delle opere esposte e in particolare “la grande attualità dell’idea di non imbrattare i muri, anche se alcuni sostengono che sia espressione di libertà” è stata messa in risalto dal deputato Tommaso Currò.

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