03-12-2014 ore 20:05 | Cultura - Mostre
di Stefano Zaninelli

Museo civico. Potenti dissacrati e donne idrauliche: il 5 dicembre l’inaugurazione della mostra di Enrico Baj a Crema

Dame dai capelli di corda e sorrisi in tubi d’ottone; re Luigi XV con un’etichetta di Mc Donald’s puntata in fronte e un paio di forbici conficcate al centro del cranio. Chi fosse l’artista, l’anarchico, ma prima di tutto l’autore di queste opere, appare evidente osservando suoi personaggi. Ironico, a tratti dissacrante, Enrico Baj ha raccontato attraverso l’arte la megalomania dei potenti ed i vizi della gente comune. Decine delle sue opere saranno esposte in Totubaj, la mostra dedicata alle sue ultime creazioni che verrà inaugurata venerdì 5 dicembre, alle ore 16:30, presso il museo civico di piazza Winifred Terni de Gregory. 

 

Chi era Enrico Baj
“Io sono pittore, scultore, incisore, ceramista, giornalista, saggista e medio saccente. Molti nella nostra prospera e futuristica città mi superano di gran lunga per eccellenza tuttologica”. Così si descrive l’autore nella sua monografia Idraulica. Un artista che, come racconta sua moglie, Roberta Cerini, riusciva ad immedesimarsi completamente con l’opera: “a un certo punto succedeva che il materiale stesso gli desse ispirazione. Quando ha costruito il nuovo studio erano rimasti alcuni resti del cantiere; non è riuscito a resistere e li ha subito utilizzati. Era un rapporto reciproco: lui sceglieva il materiale che poi gli suggeriva l’opera. Si lasciava suggestionare”.

 

Le donne fiumi
Totubaj è divisa in due parti: la prima dedicata alle Donne fiumi, ospitata nelle sale Agello. Ha spiegato Roberta Cerini: "attraverso tubi, rubinetti e sifoni Baj ha voluto rappresentare personaggi idraulici: disposizioni antropomorfe di oggetti quotidiani, contrassegnati da nomi femminili di fiumi, Dordogna, Vistola, Gironda ed altri ancora. La donna, raccontava spesso, gli appariva come un fiume. Se si innamora è in piena. Se straripa fa danni ingenti. L’impeto della donna è pari a quello dei corsi d'acqua”.  

 

Totem
La seconda sezione, organizzata nella sala Pietro da Cemmo, raccoglie i Totem. “Prima di questi totem – ha aggiunto Roberta Cerini – tra il 1993 e il 1994, Baj ha realizzato delle maschere tribali: un verso alla ricerca del primitivismo, simboleggiato anche attraverso i tatuaggi, sintomo di una società che fa fatica a identificarsi col pensiero, che va alla ricerca di qualcosa a cui aggrapparsi. Le maschere si sono poi ingrandite, hanno assunto una statura e sono diventate totem. È venuta meno la denuncia all’arroganza del potere in favore di una lettura ironica ricca di riferimenti storici”.

 

La sfida
“Questa esposizione – ha commentato il sindaco, Stefania Bonaldi – per la nostra amministrazione rappresenta una sfida. Abbiamo colto la proposta del consigliere Gianluca Giossi, che poi è stata fatta propria dall’assessorato alla Cultura. Con questa presentazione in anteprima riservata alla stampa locale diamo avvio con trepidazione alla mostra di un ospite di prestigio internazionale; un’iniziativa che, per noi, è anche una responsabilità”.  

 

L’inizio di un percorso
“Con l’inaugurazione della Sezione di arte moderna del museo di Crema – ha proseguito l’assessore alla Cultura, Paola Vailati – abbiamo mantenuto la promessa di rivalorizzazione dell’attività museale. La mostra di Baj dà il via ad una serie di iniziative che riporteranno il museo ad interpretare un ruolo da protagonista nella vita culturale ed artistica cittadina”.

 

La cultura motore dello sviluppo
Molto soddisfatti dell’installazione anche i rappresentanti dell’associazione Popolare Crema per il territorio e della Banca Popolare di Crema, sponsor principali dell’iniziativa. “È bello constatare questo spirito effervescente – ha riferito Giorgio Olmo, presidente dell’associazione – siamo felici di sostenere iniziative di questo genere”. “Fare banca – gli ha fatto eco Piero Ferrari, responsabile commerciale della Popolare di Crema – significa anche alimentare lo sviluppo della città che passa necessariamente dalla cultura,  motore dello sviluppo”. La mostra rimarrà aperta al pubblico fino al 7 gennaio 2015.

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