03-07-2015 ore 16:17 | Cultura - Proiezioni
di Stefano Zaninelli

Poltergeist, gli spiriti tornano a farsi sentire. L’Abc della paura nel remake di Gil Kenan

Novembre 1982, due sedicenni escono dal cinema Cremonesi e inforcano le bici in tutta fretta. Corrono verso casa senza voltarsi, ancora suggestionati da una storia di spiriti rumorosi e vendicativi. A distanza di 33 anni, il remake di Poltergeist non fa più lo stesso effetto: niente più salti sulla poltrona, niente popcorn rovesciati, occhi sgranati o uomini valorosi che proteggono le morose nascondendole in un abbraccio. Il limite del film sta tutto nello svolgimento: funziona la parte inquietante, molto meno quella spaventosa.

 

Inquilini soprannaturali

Poltergeist in tedesco significa “spiriti rumorosi”: sono gli orchestrali dei cancelli che sbattono, degli apparecchi elettronici che s’accendono e si spengono, delle sedie che si sfracellano contro i muri. Tutti segnali, questi, con cui gli spiriti annunciano il loro arrivo. Gli stessi spiriti con cui la famiglia Bowen – il papà Erik, la mamma Amy e i figli Kendara, Griffin e Madison – ha a che fare dopo essersi trasferita nella nuova abitazione: una sistemazione più confortevole per le loro economie, ma che presto scoprono di dover condividere con inquilini cattivi e soprannaturali.

 

Nessuna sorpresa

I meno giovani ricorderanno il film dall’82, quando nelle sale venne proiettato il primo episodio, diretto da Tobe Hooper. Il film sbancò al botteghino mondiale, con oltre 76 milioni di dollari di incassi. Difficile replicare quel risultato: il rifacimento del primo episodio di Poltergeist non sorprende, nemmeno chi s’affaccia alla prima visione. Quando la porta cigola il brivido si arrampica spontaneo lungo la schiena, ma gli escamotage dell’horror sembrano riciclati da una guida alla visione del film: in fondo, dove mai potrà sorgere una casa infestata da fantasmi se non sopra un vecchio cimitero?

 

La corsa al remake

Poltergeist non è che l’ultimo di un lunga e nemmeno troppo fortunata schiera di capolavori svecchiati e ripassati al digitale. Negli ultimi anni Hollywood sembra aver intrapreso una particolare corsa ai remake e ai sequel – è uscito nelle sale Jurassic World, uscirà l’ennesimo film sull’Uomo ragno e negli Usa stanno lavorando al rifacimento di It, per citare qualche esempio – che secondo gli osservatori più esperti vorrebbe nascondere la carenza di idee originali. Nell’attesa di nuovi capolavori da cardiopalma, la caccia agli innesti del remake rimane da preferirsi a quella alle zanzare.

 

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