03-02-2015 ore 16:07 | Cultura - Mostre
di Stefano Zaninelli

Crema. Amarezza e ferocia nelle pitture di Francesco Lodigiani, la mostra Graffi neri al teatro San Domenico

La tavolozza delle emozioni di Francesco Lodigiani riserva ampio spazio a tonalità cupe e tristi; il suo pennello affonda le setole nella malinconia e dipinge una realtà contraddistinta da “graffi neri, segni che disgregano, macchiano, deturpano la bellezza dell’immagine”. Graffi neri è anche il titolo alla mostra dell’artista cremasco che verrà inaugurata sabato alle 17 presso gli spazi di via Verdelli, dove rimarrà fino al 22 febbraio.

 

La tecnica pittorica

“Ho appena finito l’esperienza ad ArtePadova – ha commentato Lodigiani – dove nessuno è riuscito a capire quale tecnica io abbia utilizzato nelle mie opere. Non sono manifesti e non sono foto, che invece utilizzo da sovrapporre ai miei dipinti. La tecnica è quella della stampa a getto solubile di inchiostro: agli acquerelli sovrappongo altri acquerelli”.

 

I graffi neri

I graffi neri, presenti in ogni opera dell’artista, non sono meri espedienti pittorici: “chiunque di noi – ha aggiunto Lodigiani – è segnato nel dolore di ciò che lo circonda. Al giorno d’oggi le persone con uno stato d’animo di pura allegria sono folli o fuori dal mondo”. Ogni opera trasuda amarezza e pessimismo: è un omaggio all’utopia di una felicità piena, scheggiata dalle vicissitudini, saccheggiata dalle piccole noie e dalle grandi disgrazie quotidiane.

 

Giovani ed apatia

“Ho sempre voluto fare il pittore – ha raccontato l’artista – e una volta finito il liceo ho lasciato i libri di scuola. Io e molti altri ci siamo fatti la gavetta, le mostre e le esposizioni ma non è mai cambiato niente: rispetto al mondo dell’arte è apatia totale. I giovani, oggi, non hanno colpe ma nemmeno hanno stimoli. Il depauperamento totale domina ogni valore artistico: è il vuoto assoluto”.

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