02-05-2017 ore 11:42 | Cultura - Arte
di Gatacornia

Il manga e l'arte del capriccio: la lettura al rovescio che unisce Oriente e Occidente

Chi come me è nato negli anni ‘90 ed è appassionato di fumetto si sarà sicuramente imbattuto in una moltitudine di testate provenienti da tanti paesi diversi. Ricordo che quando frequentavo ancora le medie mi sono trovato tra le mani un volume di Dragonball, l'infinita saga che guardavo in televisione nel primo pomeriggio. La cosa strana è che leggendolo non ci stavo capendo nulla: perché i testi erano scritti al contrario? Anche le vignette sembravano ribaltate. Vuoi vedere – mi sono detto – che si legge in maniera diversa? Ed eccola lì, sul retro copertina, una specie di guida alla lettura che spiega che la lettura alla giapponese era ribaltata: da destra verso sinistra.
 

Disegni buffi e caprocciosi

Così sono venuto a conoscenza del manga, una parola che lettarlmente significa "disegni capricciosi/buffi/di svago/casuali/satirici". Utilizzata per la prima volta verso la fine del XVIII secolo dagli artisti Rakuten Kitazawa, Santō Kyōden e Aikawa Minwa, si tratta di sequenze di immagini satiriche di vita quotidiana. Oggigiorno però in Giappone questo termine sta ad indicare il fumetto in generale, a prescindere dall'argomento o dal paese di provenienza. La domanda sorge spontanea: cosa distingue il manga dal fumetto cosiddetto occidentale?
 

Il ponte da Est a Ovest

Prima di tutto il senso di lettura, da destra verso sinistra, adeguata al metodo di scrittura. Per questo motivo cambiano anche i tempi di lettura delle vignette: quelle verticali descrivono un lasso di tempo più veloce mentre quelle orizzontali uno più lento. Lo stile narrativo è sensazionalistico, sempre volto ad enfatizzare l'azione e la suspance, caratteristica a cui fumetto occidentale ha attinto a piene mani, in particolar modo i comics americani. È frequente l’uso di occhi enormi, impiegati per la prima volta da Osamu Tezuka (in Giappone il "dio dei manga"), ispiratosi alla pellicola Disney Bambi. L’utilizzo degli occhioni, così diversi dalla fisionomia orientale, ha creato una specie di ponte culturale verso l'occidente, che può così immedesimarsi più facilmente.
 

La filosofia del lavoro

Cambia inoltre la procedura di lavorazione: mentre in Occidente una storia viene generalmente prodotta da un disegnatore e uno sceneggiatore, a volte anche inchiostratore e colorista, oppure da un autore completo, in Giappone si lavora sempre in team, con il mangaka, l'autore vero e proprio, e un gruppo di assistenti che spesso si ritrovano anche ad abitare lo studio dove lavorano, vista la rapida cadenza delle consegne (un capitolo a settimana). Questi capitoli, inizialmente pubblicati su riviste settimanali, vengono poi racchiusi nei tankobon, volumetti dedicati alla singolo manga. Ma al di là dei tecnicismi, una volta chiuso Dragonball, ho capito che per quanto le regole del gioco possano cambiare, la lettura rimane sempre lettura.

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