31-07-2014 ore 16:18 | Cronaca - Crema
di Angelo Tagliani

“Scuole come aziende? Grave errore di comunicazione e preseunzione”. Rete Scuole replica a Reggi e la lancia la controinformazione

Hanno scatenato uno tsunami di proteste le dichiarazioni rilasciate dal sottosegretario all’istruzione Roberto Reggi. In una recente intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica dichiarava di avere in mente per la scuola un modello aziendale. “Prima di questa presa di posizione si era parlato di centralità della scuola, della necessità di valorizzare il ruolo dell’insegnante, programmando anche finanziamenti per l’edilizia scolastica, ma i primi annunci di Reggi vanno in senso esattamente opposto”, protesta l’associazione cremasca ReteScuole.

 

Una legge in poche righe

“Non ci sono piaciuti i tempi, a scuole appena chiuse, così come avevano fatto altri governi, prima di questo. Non condividiamo il metodo, ossia di aver presentato una proposta così complessa che dovrebbe diventare una legge delega nei prossimi quindici giorni, in poche righe, in un’intervista, un grave errore di comunicazione oltre che di presunzione. Oltretutto senza alcun tipo di confronto, né con le organizzazioni sindacali, né con gli insegnanti”.

 

Non siamo fannulloni

“Per non parlare della campagna di disinformazione, in cui i docenti venivano presentati come fannulloni. Si sono trattati gli insegnanti come ragazzacci da rimproverare per il loro scarso impegno, distante dal resto d'Europa. Mentre una tabella corredata da dati Ocse mostra come l’attuale monte ore imposto ai docenti italiani sia già perfettamente in linea con quanto stabilito nella maggior parte dei Paesi appartenenti all’Eurozona”.

 

Come cambiare la scuola

“I punti cardine della legge delega per cambiare verso alla scuola italiana sono: orario flessibile e più lungo per gli insegnanti, da 18 ore (superiori) e 24-25 (materna e primaria) a 36 ore per tutti. Le attività connesse alla funzione docente verrebbero svolte negli istituti. Le scuole così potrebbero essere aperte anche di pomeriggio e sera fino alle 22, oltre che nel mese di luglio con attività di babysitteraggio”.

 

Precari cancellati

“Un impegno a parità di stipendio, con incentivi (fino al 30% delle retribuzione) per i docenti con incarichi aggiuntivi e scelti dal Dirigente scolastico per compiti quali: vicepresidenza, coordinamento, laboratori o competenze specifiche quali musica, inglese o informatica. La formazione sarà obbligatoria e le supplenze brevi, fino a 15 giorni saranno assegnate ai docenti in ruolo mentre finora venivano assegnate agli iscritti nelle graduatorie d'istituto, dove sono inseriti circa 300 mila nominativi. I quali, dall'oggi al domani, verrebbero cancellati dalla mappa del precariato italiano e dal giorno dopo sarebbero costretti ad inventarsi un nuovo lavoro”.

 

Monta la protesta

“Di fronte alle dichiarazioni del sottosegretario Reggi e nonostante le scuole siano ormai chiuse, tramite i social network è dilagata la protesta. Una sollevazione di voci che proviene dai professori, di ruolo e precari, dal personale, dal mondo della scuola tutto, dal sindacato, spontanee, o guidate dalla galassia di comitati ed associazioni”.

 

Le forme del dissenso

“Come ReteScuole Crema riteniamo opportuno continuare la protesta e far sentire la nostra voce attraverso varie iniziative, quali: far circolare materiale di controinformazione utilizzando la mailing list, i social network e la stampa locale; invitare a inviare mail di dissenso a Reggi tramite la mail [email protected]; inviare lettere ai parlamentari locali, ai consiglieri regionali, ai rappresentanti dei partiti e alle organizzazioni sindacali; creare un coordinamento a livello regionale e nazionale con altre associazioni che hanno a cuore la scuola italiana”.

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