30-05-2016 ore 17:43 | Cronaca - Casaletto Vaprio
di Alex Corlazzoli

Casaletto Vaprio. Giusy, maestra di libertà, in pensione dopo 50 anni sui banchi

“Il maestro deve essere per quanto può, profeta, scrutare i “segni dei tempi”, indovinare negli occhi dei ragazzi le cose belle che essi vedranno chiare domani e che noi vediamo solo in modo confuso”. Lo scriveva don Lorenzo Milani in Lettera ai Giudici e chi meglio di una maestra che ha trascorso quasi mezzo secolo nella scuola conosce questa frase sulla propria pelle. Giuseppina Fucà, nota ai colleghi come Giusy, l’8 giugno saluterà per l’ultima volta i suoi ragazzi, abbasserà ancora una volta la tapparella della classe, spento la lavagna multimediale, raccolto libri e quaderni. Stavolta con una consapevolezza che si è miscelata a quella nostalgia che è intrinseca alla vita di ogni bravo insegnante: Giusy non entrerà più in classe perché andrà in pensione.

 

Il precariato

La prima volta che ha messo piede in una scuola era il 1972, da precaria. Era poco più che ventenne: una ragazza cresciuta con il desiderio di mettersi in gioco, di vivere nuovi orizzonti, di imparare dai suoi allievi e dai suoi colleghi. Nel 1975 il ruolo. Da quel momento la sua vita è stata interamente dedicata alla scuola: nel milanese e poi nel Cremasco dove in quest’ultimi anni ha svolto il servizio presso la scuola di Casaletto Vaprio. In oltre 40 anni da maestra ha osservato i cambi generazionali, il modificarsi delle famiglie. Ha aperto le sue classi alla presenza dei bambini migranti scegliendo sempre di stare dalla parte di chi sa che ha sempre qualcosa da imparare, soprattutto da chi viene da lontano.

 

Creatività e fantasia educativa

Sono i maestri come Giusy che conoscono meglio di qualsiasi ministro dell’istruzione la nostra scuola: loro sono quelli che hanno vissuto sulla pelle le rivoluzioni dei modelli didattici; degli strumenti di lavoro. La maestra Fucà ha iniziato quando i computer non c’erano; il docente era uno; il dirigente era un direttore; i genitori erano compagni di “viaggio” dell’insegnante; il registro era quello di carta e la burocrazia non aveva ancora provato a sottrarre l’entusiasmo a chi ogni giorno deve metterci creatività e fantasia educativa per conquistare i ragazzi.

 

Liberi di scegliere

È passato di tutto sotto gli occhi di questa maestra ma ancora oggi, alla vigilia della sua pensione, a scuola ha portato nel suo “zaino” un solo ingrediente: la passione. Ogni giorno per lei è stato diverso dall’altro; ogni bambino differente da quello incontrato l’anno prima; ogni collega prezioso (anche quando non è così) per provare a costruire insieme un futuro per i ragazzi. Una maestra che ha insegnato ai suoi ragazzi la grammatica, la geografia, la storia, la matematica ma soprattutto la vita indicando loro le strade e lasciandoli liberi di sceglierle.

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