29-07-2015 ore 18:01 | Cronaca - Crema
di Stefano Zaninelli

Crema. Il 12 settembre l’inaugurazione del monumento di piazza Trento e Trieste

Tra poco meno di due mesi Crema potrà tornare ad ammirare il monumento di piazza Trento e Trieste. Lo ha annunciato questa mattina il presidente dell’Araldo, Mario Cassi, in una conferenza stampa presso il bar Cin cin di piazza Aldo Moro. I lavori – costati 35 mila euro – sono durati da marzo a luglio; necessitano ancora di alcuni piccoli ritocchi ma il grosso ormai è stato fatto.

 

La cerimonia

“L’inaugurazione – ha spiegato Cassi – si terrà il 12 settembre con la cerimonia ufficiale. Il restauro cade nell’anno del centenario della Grande guerra, motivo per cui l’intervento acquisisce ancora più valore. È uno dei monumenti più importanti di tutta la città e verrà svelato durante la cerimonia d’inaugurazione, accompagnata dalla musica della banda Giuseppe Anelli di Trigolo”.

 

La particolarità

I lavori di restauro sono stati affidati dalla restauratrice Veronica Moruzzi e diretti dal geometra Tino Moruzzi. Come ha specificato quest’ultimo, “il monumento dell’arciere rientra in una fase importante dell’arte italiana ed è stato realizzato dallo scultore Arturo Dazzi su commissione di Fortunato Marazzi. È un monumento particolare, ideato apposta per essere posato in quel punto e rivolto in quella direzione, verso villa Marazzi; la sua particolarità sta nel fatto che ha senso solo se installato in quel punto”.

 

Il valore del monumento

“A livello artistico – ha aggiunto il disegnatore Gianmaria Carioni – ha un grande valore perché traccia il passaggio dall’iconografia classica ad una rappresentazione composita, distinta da una scultura come può essere quella di Vittorio Emanuele in piazza Aldo Moro”. Come dettaglia l’architetto Gabriele Costi, che ha seguito il restauro, “ora mancano solo le fasi di consolidamento dell’opera e la protezione idrorepellente, dopodiché si potrà osservare il monumento in tutte le sue forme plastiche”.

 

L’arciere ed il passato

Secondo Piero Ferrari, della Popolare per il territorio, “con la consegna dell’opera restaurata i cremaschi potranno scorgere l’imponenza di un monumento cui spesso si passa vicino ma di rado si presta attenzione ai dettagli”. Entusiasta anche il maggiore Antonio Savino, presidente della sezione cremasca del Nastro Azzurro, secondo il quale il restauro “rimarca la memoria della città esaltandone il passato, preservando il simbolo di ciò che la città è stata per tanti anni”. 

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