29-04-2016 ore 12:03 | Cronaca - Spino d'Adda
di Silvia Tozzi

Eccidio di Spino. Alla scuola Luigi Chiesa la cerimonia con gli studenti

In piazza Casati, 71 anni fa, Gianfranco Bruschi ha assistito alla fucilazione di suo padre Mario da parte di un gruppo di repubblichini in fuga, che uccisero anche Luigi Chiesa, Francesco Baroni, Ambrogio Bellanda, Angelo Butella, Prassede Cantalupi, Giacomo Dossena, Agostino Romano, Agostino Soldati e Domenico Zanoletti. Il cosiddetto eccidio di Spino è stato ricordato presso la scuola media Chiesa alla presenza di numerosi studenti.


La riflessione
Come ricordato dalla professoressa Anna Soranzio diverse classi hanno trattato vicende della guerra "che spesso si cerca di cancellare perché dolorose, ma essenziali per consentire agli studenti di riflettere e comprendere come evitare che eventi simili si ripresentino nella storia". Il sindaco Paolo Riccaboni ha aggiunto che “la storia del 27 aprile meritava di essere ricordata con un suo giorno speciale. Un giorno che si svolge a scuola perché il ricordo dipende dai ragazzi, che lo devono portare e trasmettere ed è questo il significato dei passi che voi ragazzi farete da qui sino all'albero della memoria. Queste cose devono entrare dentro di voi e, come quell'albero, crescere". 


In ricordo di Luigi Chiesa
Alcuni studenti hanno letto le loro riflessioni, scritte su biglietti in seguito appesi all'alberello che lo scorso anno è stato piantato all'ingresso della scuola per ricordare il più giovane delle vittime dell’eccidio, Luigi Chiesa, cui la scuola è intitolata. Prima della posa della corona, il sindaco ha chiesto all'ex primo cittadino Lanfranco Colombi di leggere la targa di intitolazione della scuola a Chiesa, da Colombi fatta posizionare al principio degli anni '80 e poi ha dato lettura della nuova targa, risalente all'anno scorso, con una frase scritta da Michela Pedrazzini. Alla cerimonia han presenziato anche Anna Maria Piantelli di Coop Lombardia, che fa parte del consiglio direttivo del Centro Galmozzi e il parroco don Alberto Fugazza.

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