28-09-2017 ore 17:07 | Cronaca - Crema
di Andrea Baruffi

Crema. Referendum del 22 ottobre. Maroni, Fava e Bonaldi favorevoli, Bordo contrario

“L’affermazione del sì al referendum consentirà di avere un maggiore potere di trattativa con lo Stato centrale. Ho chiesto a tre Governi la possibilità di trattenere il residuo fiscale della Lombardia. Non ho ottenuto nessun risultato.  Lo stesso è stato fatto da altre Regioni, senza nessun risultato”. Questo quanto sottolineato ieri sera a Crema in sala Achilli dal governatore di regione Lombardia Roberto Maroni. Tema dell’incontro, moderato dal giornalista Vittoriano Zanolli, il referendum per l’autonomia in programma il 22 ottobre. Il sindaco di Crema Stefania Bonaldi ha dichiarato di “votare sì. Se ci sono ricadute positive per la collettività sono pronta a sostenere quello che propone l’avversario politico”. Di idea opposta Franco Bordo, deputato di Articolo uno, movimento democratico e progressista. Ha inviato a “non andare a votare”.

 

Vittoria della Lombardia

Il governatore ha più volte ribadito che “non si tratta del referendum di Maroni ma di tutti. Non è una battaglia politica. Con la vittoria netta del sì a trattare non saranno i governatori di Lombardia e Veneto, Maroni e Zaia, ma 15 mila cittadini lombardi e veneti. La Lombardia è la regione che versa più tasse allo Stato ricevendo in cambio meno trasferimenti a livello di spesa pubblica. Abbiamo un residuo fiscale di oltre 54 miliardi, a fronte di un bilancio di 23 miliardi. Trattenendo solo la metà dell’importo saremmo la regione più ricca”. Secondo Maroni (nell'immagine a lato) “l’unione fa la forza. Sono lieto che i sindaci del Pd, con un sì diverso – come sostiene Gori – hanno capito che si tratta di un’occasione”. Il referendum si svolgerà con strumenti digitali e “sarà una sperimentazione per introdurre il voto elettronico. I 24 mila tablet acquistati saranno lasciati in dotazione alle scuole. Si tratta quindi di un investimento e non una spesa inutile”.

 

Regionalismo cooperativo

Non sono mancate alcune frecciatine da parte del sindaco di Crema Stefania Bonaldi. “Quattro anni fa il governatore Maroni annunciava che avrebbe mantenuto il 75% delle risorse. Per ottenere questi risultati oggi sostiene che è necessario fare il referendum. Nel frattempo però sono passati quattro anni”. La Lombardia “ha le competenze per gestire autonomamente numerosi temi: lo sviluppo, il sostegno alle imprese, le politiche per il lavoro e l’ambiente”. Il sindaco si è detto favorevole “al regionalismo cooperativo e solidale ma contraria alle regioni a statuto speciale”.  Per l’assessore all’agricoltura e coordinatore dell’azione regionale per il referendum Gianni Fava, si tratta di “una prova di identità per difendere gli interessi collettivi. Un primo passo verso l’indipendentismo. Non ho abbandonato la mia idea secessionista” ha chiarito al termine dell’intervento.

 

Autonomia e unità del Paese

“Il referendum del 22 ottobre – ha dichiarato Bordo (nell'immagine a lato) – non porta all’autonomia.  Se dovesse vincere il sì ed attivarsi un confronto con il Governo, verrebbe riconosciuta solo la possibilità di gestire alcuni servizi trattenendo risorse in virtù  proprio dei nuovi servizi che si troverebbe a gestire la regione. Non è vero che improvvisamente arrivano miliardi da Roma. Il percorso per gestire alcune competenze non è stato coordinato con la dovizia necessaria. Con l’indipendenza dei 15 mila cittadini lombardi e veneti salterà l’unione del paese”. All’incontro hanno partecipato i consiglieri regionali Federico Lena e Carlo Malvezzi, oltre ad alcuni sindaci del territorio. 

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