28-08-2017 ore 13:39 | Cronaca - Dall'italia
di Stefano Zaninelli

Rimini. Ministro Fedeli al meeting: “scuola fino a 18 anni”. L’Anief: “no al risparmio”

Intervenendo al meeting di Comunione e liberazione a Rimini, il ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli ha lanciato la proposta di innalzare l’obbligo scolastico a 18 anni. Per gli alunni significherebbe rimanere sui banchi fino al compimento della maggiore età. L’obbligo scolastico, ossia il percorso imposto a tutti gli alunni italiani, arriverebbe così a coprire un arco di 12 anni anziché 10, come invece è attualmente previsto. Se la proposta venisse promossa, l’Italia diventerebbe il quinto Paese europeo – assieme a Belgio, Paesi Bassi, Portogallo e a 12 land della Germania – ad innalzare l’età di uscita dalla scuola dell’obbligo.

 

La situazione in Europa

Partiamo da un dato: secondo l’ultimo rapporto Eurydice Compulsory education in Europe, la stragrande maggioranza dei Paesi europei fissa l’obbligo scolastico in un percorso decennale, grossomodo dai 6 ai 16 anni. Alcune nazioni come l’Ungheria partono molto prima delle altre (3 anni) mentre altre finiscono dopo: è il caso di 5 land tedeschi e della Macedonia, dove l’obbligo scolastico termina ai 19 anni, totalizzando rispettivamente 13 anni e 13 anni e 4 mesi di istruzione obbligatoria. Guardando alla durata totale del percorso, un terzo dei Paesi europei prevede un ciclo di 12 o 13 anni.

 

Non sia solo risparmio”

La proposta non è stata accolta positivamente dall’Anief: secondo il sindacato dei docenti, l’innalzamento dell’obbligo può essere sostenuto solo anticipando a 5 anni l’entrata alla scuola primaria. L’imperativo è evitare che si trasformi in una mera occasione di risparmio. Come spiega il presidente Marcello Pacifico, “mantenendo il tempo scuola immutato e innalzando l’obbligo a 18 anni, gli studenti sarebbero più coinvolti nei progetti formativi. Certo, servirebbe anche rivedere i contenuti dei cicli scolastici, rendendoli anche più stimolanti per le nuove generazioni”.

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