27-08-2015 ore 20:17 | Cronaca - Rivolta d'Adda
di Silvia Tozzi

Rubato il crocefisso dalla tomba di Luigi Sala, lo scalatore malato di tumore che ha regalato un sogno a Rivolta d’Adda

Il furto del crocefisso sulla tomba di Luigi Sala ha destato sdegno nella comunità di Rivolta d’Adda. Sala è infatti il simbolo attorno al quale si sono riuniti tutti i rivoltani e aver offeso la sua memoria ha disgustato l'intero paese.

 

Il racconto della moglie
Quanto accaduto lo ha raccontato Monica Rozzoni, la vedova di Luigi, che porta avanti la sua opera di raccolta fondi in favore dei malati oncologici: "nel mese di febbraio, un coppia di amici fece visita a Luigi in ospedale e gli portò in dono un libro (che non riuscì purtroppo a leggere) e un piccolo crocifisso artigianale che durante l'estate avevano acquistato a Rhèmes. In un momento di grande sofferenza questo piccolo oggetto passò dal comodino dell'ospedale al comodino di casa, per arrivare poi, dopo essere stato levigato e verniciato da un altro caro amico, sulla tomba di Luigi. Fino a ieri mattina era lì, accanto alla sua foto... stamattina non c'era più, sparito. Non è di certo un oggetto di valore ma era stato donato con il cuore. Domani mattina lo sostituirò con un altro crocifisso che ho comprato io a Rhèmes a luglio. Penso che il fatto si commenti da sé ... Sicuramente Luigi ci avrebbe scritto un racconto, magari ironico... Io no, non ne sono capace, e in questo momento provo solo un po' di tristezza".

 

L'impresa di Sala
Luigi Sala era malato terminale di tumore al pancreas e, lo scorso novembre, ha dato vita a una raccolta fondi che è diventata contagiosa. Sala pubblicava dei suoi racconti sulla sua pagina Facebook, ma a scadenza: ovvero un racconto ogni volta che tagliava il traguardo di un numero di contatti, un racconto ogni 25 richieste di amicizia. "Ciò che voglio dimostrare – commentava Sala - è che fare cose mai tentate prima della diagnosi della malattia è comunque possibile. Nel mio caso, l’altitudine massima raggiunta prima della malattia, in qualità di semplice escursionista, era di 3.007 metri. Lo scorso anno, dopo aver fatto chemioterapia ed essere piuttosto debilitato, 3.082 metri e quest’anno, in condizioni stazionarie ma non proprio nella mia forma migliore, 3.585 metri. Non sono un alpinista, ma perché non sperare di riuscire ad andare ancora oltre il prossimo anno? È anche un sogno per continuare a vivere”.

 

Una passione travolgente
Il paese si è mobilitato per aiutare la raccolta fondi di Luigi. Si sono svolti concerti, è stato inciso un cd, si sono svolte serate a tema, stampate magliette, cucinate torte, organizzate camminate e partite di basket. Il My Everest, progetto di Sala, è arrivato a 50 mila euro. “E' davvero un gesto che offende non solo Luigi, ma tutti coloro che in questi mesi si sono stretti intorno a lui, alla sua famiglia e al suo progetto. Speriamo che chi abbia fatto questo gesto indegno si renda conto, se ne penta e ripari in qualche modo", ha concluso la moglie.

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