26-11-2014 ore 14:59 | Cronaca - Crema
di Stefano Zaninelli

Crema. Al via il progetto 'Cuciamo una storia a lieto fine'. Laboratori di sartoria per 12 donne vittime di violenza

Cuciamo una storia a lieto fine è un progetto volto a favorire l’autonomia economica di donne vittime di violenza. Nato dalla collaborazione tra La casa di Ale Onlus, Volo 7, Passe-partout Onlus, l’associazione Insieme per la famiglia Onlus e la Rete Con-Tatto, può contare su 14 mila euro di finanziamenti dal bando regionale Volontariato 2014, ed altri 6 mila conferiti dalle associazioni che partecipano al progetto.

 

Oltre l’assistenzialismo
“Consci del fatto che non basta far assistenzialismo – ha spiegato Paola Freddi, presidente dell’associazione La casa di Ale – abbiamo pensato di fare un passo avanti, ovvero di dare l’opportunità alle donne selezionate di rendersi autonome anzitutto a livello economico. Questa decisione scaturisce dall’analisi dei bisogni delle donne socialmente marginali a livello provinciale”.

 

L’articolazione del progetto
Il progetto coinvolgerà 12 donne, selezionate tra quelle in carico alle strutture d’accoglienza cremasche e quelle segnalate dai Servizi sociali. Verranno elaborati percorsi di formazione professionale attraverso un corso base ed uno avanzato, dove le assistite potranno apprendere il lavoro di sartoria. Delle 6 che seguiranno il corso avanzato, due potranno accedere ad una borsa lavoro retribuita – della durata di 4 mesi – presso un’azienda del settore. Le attività di sartoria – in partenza a gennaio – si svolgeranno a Campisco, presso la comunità Oasi 7.

 

L’attenzione ai bambini
Per i figli delle donne prese in carico l’associazione Passe-Partout ideato L’isola delle fiabe: un percorso d’aiuto basato sulle finalità educative e terapeutiche delle fiabe. La lettura delle fiabe verrà svolta da volontari appositamente formati. “Siamo convinti – ha argomentato la presidentessa dell’associazione, Rachele Ogliari – che anche giocando si possano guarire molti mali”.

 

Un micro centro tessile
Uno degli obiettivi del progetto è l’attivazione di una micro sartoria che sappia sostenersi nel tempo e dare lavoro a livello continuativo. “Questa iniziativa – ha concluso il sindaco, Stefania Bonaldi – conferma che quando le singole realtà si mettono assieme, in un lavoro di rete, il risultato finale supera la singola somma della parti. L’aspetto migliore è la centralità del lavoro all’interno del progetto: lavoro che dà dignità, senso e funge da motore dell’evoluzione della nostra società”.  

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