26-06-2015 ore 17:19 | Cronaca - Cremona
di Angelo Tagliani

Don Mauro Inzoli, chiuse le indagini. La Procura contesta episodi di violenza sessuale su cinque minorenni cremaschi

Il procuratore della Repubblica di Cremona, Roberto Di Martino, ha chiuso le indagini nei confronti don Mauro Inzoli, contestando all'ex parroco della Ss. Trinità di Crema, 65 anni, otto episodi di violenza sessuale aggravata con abuso di autorità nei confronti di cinque minorenni cremaschi, tra i 12 ed i 16 anni. Appresa la notizia il deputato di SeL Franco Bordo, che aveva dato avvio all'inchiesta giudiziaria presentando un esposto alla Procura, ha commentato: "ora inizierà la fase che stabilirà la verità processuale su quanto può essere accaduto: rileviamo tuttavia l’enorme gravità dei fatti contestati. Ci affidiamo alla Magistratura affinché la giustizia italiana faccia, sino in fondo, il suo corso".

 

Dottrina della Fede

La prima sentenza della Congregazione per la Dottrina della Fede, resa nota nel dicembre del 2012, prevedeva che don Mauro Inzoli fosse dismesso dallo stato clericale. Il 25 giugno del 2014, dopo aver accolto il suo ricorso, papa Francesco ha emanato la sentenza definitiva, con l'invito ad “vita di preghiera e di umile riservatezza, come segni di conversione e di penitenza” ed alcuni obblighi, tra i quali quello di “non poter celebrare e concelebrare in pubblico l’Eucaristia e gli altri Sacramenti, né predicare, ma solo celebrare l’Eucaristia privatamente”. Non solo. Secondo il Vaticano non avrebbe potuto “svolgere accompagnamento spirituale nei confronti dei minori o altre attività pastorali, ricreative o culturali che li coinvolgano”, assumere “ruoli di responsabilità e operare in enti a scopo educativo”, “dimorare nella Diocesi di Crema, entrarvi e svolgere in essa qualsiasi atto ministeriale”. Infine, l'obbligo di “intraprendere, per almeno cinque anni, un’adeguata psicoterapia”.

 

Il convegno regionale

Sabato 17 gennaio 2015 ha destato grande scalpore la presenza di Mauro Inzoli al convegno Difendere la famiglia per difendere la comunità promosso da Regione Lombardia, Alleanza Cattolica e Fondazione Tempi, al punto che una manciata di giorni dopo la Diocesi di Crema ha diffuso pubblicamente una nota stampa ritenendo “del tutto inopportuna la presenza al convegno regionale”, ritenendola “in contrasto con la raccomandazione offertagli da parte della Congregazione della Dottrina della Fede”.

 

Negati i documenti

Il Vaticano ha rifiutato ai magistrati cremonesi gli atti processuali inerenti i casi di abusi e la Procura ha dovuto portare a termine le indagini senza alcuna collaborazione. L’inchiesta giudiziaria aveva preso avvio da un esposto presentato da Franco Bordo, parlamentare cremasco di Sinistra Ecologia e Libertà. Data la gravità delle accuse, il procuratore Di Martino chiederà il rinvio al giudizio; nel caso il giudice ritenesse adeguati gli elementi a disposizione della magistratura, il sacerdote andrebbe a processo, rischiando una pena fino a 14 anni di reclusione.

 

Prescrizione

Al momento sono già caduti in prescrizione molti casi di presunti abusi sessuali operati da don Inzoli che vedono coinvolti giovani di 23 o 24 anni. È invece ancora possibile procedere penalmente per gli 8 casi avvenuti tra il 2004 e il 2008 sia nello studio del sacerdote, presso l'oratorio della Ss. Trinità, in via XX Settembre a Crema, sia nei luoghi in cui la parrocchia era solita effettuare i periodi di vacanze. Cinque i minori coinvolti, tra i quali un ragazzino che allora aveva 12 anni, mentre altri ragazzi, tra i 14 ed i 16 anni, avrebbero subito ripetuti abusi.

 

Abuso di autorità

La Procura contesta al sacerdote l’abuso di autorità dato che all'epoca delle presunte violenze sessuali ricopriva ruoli di spicco: era infatti preside del liceo linguistico Shakespeare, parroco della chiesa della Santissima Trinità, presidente del Banco Alimentare e membro di primo piano di Comunione e Liberazione, il movimento al quale aderivano tutte le famiglie delle presunte vittime.

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