26-04-2016 ore 14:30 | Cronaca - Dal mondo
di Angelo Tagliani

Chernobyl, un disastro senza fine. Nella notte tra il 25 ed il 26 aprile del 1986 l’esplosione del reattore 4

Oggi in tutta Europa si ricorda il trentesimo anniversario della maggiore catastrofe della storia del nucleare, avvenuta nella notte tra il 25 ed il 26 aprile del 1986 a Chernobyl, allora in Unione Sovietica ed oggi in Ucraina. Il reattore 4 esplose durante un test per verificare il funzionamento della turbina in caso di errore umano, o improvviso calo di alimentazione. A partire dall’1, 23 minuti e 44 secondi di quella notte fuoriscì circa il 50% di iodio e il 30% di cesio, disperdendosi nell'atmosfera, con un'emanazione di radioattività tra i 50 e i 250 milioni di Curie, quantità circa cento volte maggiore rispetto a quella delle bombe americane su Hiroshima e Nagasaki nel 1945, un livello raggiunto dal disastro di Fukushima nel 2011.


La solidarietà

La nube tossica si propagò con grandissima rapidità e si conta che almeno 5 milioni di persone siano state raggiunte dalla radioattività. Gli effetti si sentirono anche in Italia, dove venne consigliato ai bambini di non giocare all’aperto, bere latte o consumare prodotti agricoli. Nel corso degli anni, anche nel territorio Cremasco, si sono moltiplicate le iniziative di solidarietà, con l’accoglienza di moltissimi bambini della zona.


Attrazione turistica

Si stima che oltre 200 tonnellate di uranio siano ancora sepolte sotto il vecchio reattore della centrale atomica, mentre la copertura che dovrebbe eliminare ogni possibilità di contaminazione non è ancora stato ultimato; l’Ucraina è in grave crisi e il progetto rischia di slittare oltre il 2017. Attualmente nello smantellamento sono impegnate circa 6 mila persone. La zona proibita, entro i 10 chilometri dal reattore, è diventata meta per le gite organizzate che in cambio di 100 euro offrono ai turisti la possibilità di arrivare sino sotto il reattore numero 4 e visitare la città fantasma di Pripyat.

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