25-10-2016 ore 09:47 | Cronaca - Crema
di Rebecca Ronchi

Settimana del pianeta. Italia alla scoperta delle Geoscienze, col Fai al Moso di Crema

Nella Settimana del pianeta Terra, ovvero l’Italia alla scoperta delle Geoscienze, la delegazione cremasca del Fai ha organizzato una visita al Moso di Crema, curata e guidata da Valerio Ferrari: “Il Moso è una vasta area occupata per secoli da estese paludi, che giungevano a lambire le mura della città, gelosamente conservata nel suo stato palustre fino allo scadere del XVIII secolo, anche per volontà della Repubblica di Venezia, ai cui domini di terraferma il Cremasco appartenne dal 1449 al 1797, quale naturale difesa della piccola ma importante città-fortezza padana”.

 

L’estesa bassura ed il fitto reticolo idrografico

Il 19 ottobre, nella Saletta Fra’ Agostino del Museo di Crema, Ferrari ha presentato lo stato dell’arte delle conoscenze su quest’area di grande interesse ma ancora poco valorizzata e studiata. Con un ricco corredo di immagini inedite ha raccontato le ipotesi sulla sua formazione, descritto i corsi d’acqua, le caratteristiche geologiche e i risultati delle più recenti ricerche scientifiche, ripercorso le vicende storiche, commentato la cartografia e segnalato alcune tipiche specie botaniche. “Oggi il Moso si presenta come un’estesa bassura a destinazione prevalentemente agricola, delimitata verso sud da una scarpata morfologica, che segna un evidente salto di quota di 3-4 metri, e solcata da un fitto reticolo idrografico di origine per lo più risorgiva ovvero colatizia, oltre che da un tratto del canale Vacchelli. Per queste sue caratteristiche, dal 2009 su gran parte dell’area è stato istituito il Parco locale di interesse sovracomunale (Plis) del Moso, con sede presso il Municipio di Crema, mentre l’intera sua superficie rappresenta un geosito di interesse regionale della Lombardia”.

 

Rispetto del paesaggio

Insieme al Fai, sabato 22 ottobre, in un pomeriggio di sole, la visita in bicicletta dalla chiesa di santa Maria dei Mosi alla cascina Bosco, per strade fiancheggiate da siepi arboree e arbustive, con sosta nei punti più significativi, come il nodo formato dalle rogge Orida, Senazza e Cavo Turati, o il Gorgo delle campane, da dove ha origine il colatore Cresmiero che giunge ad attraversare la città per scaricare nel fiume Serio. “Paesaggio e colori autunnali, campagna splendida e contrasto stridente con capannoni e nuove costruzioni sorte sul confine del comune di Cremosano: un’occasione per riflettere e rivedere, in prospettiva futura, un modo superato di intendere e pianificare l’urbanizzazione del nostro territorio, favorendo sistemi e modelli più consoni al rispetto del paesaggio tramite un corretto inserimento nel contesto agricolo e ambientale”.

427