25-09-2016 ore 19:57 | Cronaca - Crema
di Ilario Grazioso

Scuola italiana tra esodi, algoritmi e personale Ata: nuovo anno, vecchi timori. L'analisi della dirigente Paola Orini

Il suono della prima campanella porta con sé ansie e speranze di studenti piccoli e grandi, famiglie, ma anche di tutto il personale scolastico, da quello ausiliario, a quello di segreteria, fino a chi in classe ci va per accompagnare i ragazzi in un lungo cammino di formazione e crescita. Dati alla mano, anche nell’era della Buona scuola renziana, tutti i timori di chi a scuola ci vive da decenni sono stati confermati. Basta farsi un giro tra le scuole di ogni ordine e grado del territorio cremasco. Situazione analoga, quanto a caos e surplus di lavoro presso le sedi periferiche del ministero, la si può riscontrare nel resto delle scuole dello stivale, secondo quanto riportato da diversi organi di informazione. Quali i motivi? Ne abbiamo parlato con Paola Orini, dirigente scolastico dell’istituto comprensivo Rita Levi Montalcini di Bagnolo Cremasco, con un recente passato da docente e da assessore provinciale all’Istruzione, formazione e lavoro.

 

Problematiche diverse

Le problematiche sono diverse, "a cominciare dalla chiamata diretta", riferisce la dirigente, alla quale non è contraria in linea di principio, perché “l’analisi dei curricula e il bagaglio che ogni docente può portare con sé è utile, ma ciò che non va è la tempistica”: tutto fatto in fretta, con gli uffici impegnati ad agosto, senza contare le procedure in atto riguardanti lo svolgimento del concorso. Solo per fare qualche esempio, la dirigente ricorda quanto avvenuto ai primi del mese: “Sabato 9 i docenti hanno dovuto completare l’inserimento del loro curriculum nell’apposita piattaforma e lunedì 12 la procedura doveva concludersi”. Il meccanismo prevedeva la possibilità di colloqui per approfondire eventuali esperienze fatte dai docenti, ma per i tempi ristretti, “quella che doveva essere la vera novità, secondo una logica di aziendalizzazione della scuola, nel senso di una chiamata per competenze, in realtà non è stata ancora introdotta”.

 

Dal nord al sud dell'Italia

Gli istituti scolastici sono alle prese con l’ondata di immissioni in ruolo degli ultimi mesi, che in estate ha prodotto un esodo di insegnanti dal sud (dove ci sono meno alunni e più insegnati) al nord (dove gli alunni sono di più e gli insegnanti di meno). I docenti che sono stati assegnati in questo territorio, sulla base di un algoritmo che poi si è rivelato non sempre corretto, hanno dovuto spostarsi per migliaia di chilometri, con conseguenti problemi nella gestione quotidiana delle famiglie. Una volta arrivati nella sede assegnata di fatto sono stati in servizio per poco: l’amministrazione, accortasi di errori tecnici, ha favorito conciliazioni individuali con i singoli insegnanti, nuovamente indirizzati verso altre regioni. “Non solo – aggiunge Orini – quei docenti rimasti hanno chiesto di essere assegnati, in maniera provvisoria, in territori più vicini alla loro residenza, ed il sistema solo in questi giorni sta procedendo alla pubblicazione dei relativi provvedimenti”. Di conseguenza, come un puzzle che non trova una sua definizione, molte cattedre tornano ora oggetto di supplenze. “Non abbiamo un corpo docente stabile, in parecchie classi le persone che sono lì, potrebbero non esserci più tra qualche giorno e questo crea problemi notevoli senza contare che anche quest’anno c’è carenza di insegnanti di sostegno”.

 

Qualcosa di buono

“Nonostante la situazione complicata, come ogni anno pur nelle difficoltà ho trovato docenti che si danno da fare in tutti i modi affinché si possa garantire un servizio adeguato –spiega Paola Orini – ed anche gli uffici scolastici territoriali, pur carenti di personale ci stanno sostenendo”. La dirigente plaude anche al lavoro del comitato di valutazione, nuova struttura che mette insieme docenti, genitori, personale esterno agli istituti: “Nonostante le perplessità iniziali è stato possibile ragionare su molte situazioni, fare proposte con la collaborazione della componente genitori e di tutti gli istituti comprensivi del cremasco, che hanno a loro volta collaborato, anche per quanto riguarda l’autovalutazione dei docenti”.

 

Il personale Ata

Confermati i timori della vigilia, prospettati dai sindacati della scuola lombardi: “Per ora non sento l’effetto delle recenti immissioni in ruolo – conclude Paola Orini – ho avuto solo un piccolo aumento nel numero dei collaboratori scolastici, ma sono comunque al di sotto rispetto alle esigenze di un istituto come quello che dirigo, che conta ben 9 plessi”. E alla dirigente, l’interrogativo viene naturale: “Difficile solo pensare a come qualcuno possa auspicare scuole sempre aperte, se poi il personale è ridotto, e si creano problemi non solo a livello igienico, ma anche di sicurezza, tenendo conto della presenza di bambini”.

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