25-04-2024 ore 12:01 | Cronaca - Crema
di Angelo Piccolo

Festa della Liberazione. Paolo Balzari: 'lottare sempre in prima persona per il nostro futuro'

“A distanza di 79 anni dalla lotta di Liberazione, sentiamo sempre viva la necessità e la volontà di celebrare, ritrovarci in questa giornata cosi importante in tutto il nostro Paese. Cittadine e cittadini antifascisti di diverse generazioni che si riconoscono difensori della memoria, che si riconoscono nei valori della Costituzione, a partire dal ripudio della guerra che non ridefinisce diritti e democrazia ma ridefinisce solo nuovi poteri. Uniti dal medesimo spirito di riconoscenza verso quei giovani che hanno dato la loro vita per un ideale di libertà”. Queste le parole del presidente di Anpi Crema, Paolo Balzari per celebrare la Festa della Liberazione. “Questo anniversario però – ha proseguito Balzari - assume ancora una volta anche un significato tragico. Una nuova guerra è in atto in Medio Oriente, una guerra che arreca ogni giorno massacri e bombardamenti sulla popolazione civile”. 

 

L’Italia portatrice di pace e rispetto

“È urgente che questo 25 aprile sia un simbolo di liberazione universale dalla guerra. Oggi da tutte le piazze si deve levare un grido di pace. Anche la piazza di Crema vuole la pace, il cessate il fuoco ovunque. Che ogni sforzo politico sia orientato contro l'escalation dei conflitti, l'unica strada percorribile per evitare questo pericolo è insistere con l'apertura di negoziati, sedersi attorno ad un tavolo e scongiurare un conflitto di dimensioni mondiali. L'Europa deve farsi portatrice del valore della pace ed assumere un ruolo di maggior rilievo nei negoziati con il sostegno dell'Onu, con l'obiettivo di giungere al cessate il fuoco in Medio Oriente e nel conflitto Russo Ucraino. Il compito del nostro paese è costruire ponti di dialogo e collaborazione con le altre nazioni nel rispetto di ciascun popolo. L'antifascismo è stata la scelta che ha scolpito la Repubblica, ha scritto la Costituzione, ha restituito umanità la dove era dilagata la disumanità. Per questo il 25 aprile è festa nazionale per tutti. Questa è l'Italia che si è riscattata dalla vergogna del ventennio fascista, dalla tragedia della guerra e dall'orrore della Shoah. La Costituzione antifascista conquistata con la lotta partigiana e la liberazione dal nazifascismo, è la pietra miliare della nostra Repubblica”.

 

La memoria del nostro territorio

“Siamo qui oggi – ha proseguito il presidente di Anpi Crema - per fare memoria del sacrificio, delle fatiche e delle sofferenze che il movimento partigiano e non solo ha dovuto affrontare. Attorno ai loro nomi dobbiamo rinnovare i sentimenti di appartenenza e di identità che ci devono accomunare e dovrebbero farci sentire una comunità orgogliosa. Eredi di donne e uomini, madri e padri che scelsero 79 anni fa di resistere. Alcuni anni fa come associazione abbiamo recensito su tutto il territorio della nostra provincia oltre 600 cippi e targhe che ricordano il loro sacrificio. Questa è la memoria presente nel nostro territorio. Quando ricordiamo quel periodo non dobbiamo dimenticare il ruolo dei militi della Repubblica fantoccio di Salò, le criminali Brigate Nere attive anche nei nostri paesi, responsabili della fucilazione dei quattro giovani partigiani al campo sportivo Voltini il 29 novembre 1944 e di altri quattro partigiani ammazzati in un campo a Capralba, il 13 marzo 1945. Come non dimentichiamo i tanti deportati nei campi di lavoro e sterminio, gli oltre 600 mila soldati che a seguito dell'8 settembre pagarono a caro prezzo il loro rifiuto ad aderire al reich. Gli oltre 5000 soldati trucidati a Cefalonia e Corfù. L'intervento militare in Spagna, le guerre di aggressioni colonialiste, le leggi razziali, l'entrata in guerra. A chi afferma che il fascismo dei primi anni non era male, bisogna ricordare le spedizioni contro i lavoratori, le camere del lavoro bruciate, i loro rappresentanti ammazzati come i cremonesi Ferruccio Ghinalia e Attilio Boldori e l'opera dei primi oppositori al regime fascista. Il sacrificio di Matteotti, che possiamo definire il primo delitto di stato di cui quest'anno ricorre il centenario, Amendola, Gramsci, i fratelli Rosselli, Gobetti e don Minzoni”.

 

Lottare sempre per il futuro 

“Oggi viviamo – ha concluso Paolo Balzari - in un paese democratico fondato su una Costituzione che afferma e difende il diritto di essere liberi ed uguali. E allora qual è l'insegnamento prezioso dobbiamo tramandare? Lottare sempre per il nostro futuro, non rassegnarsi di fronte alle ingiustizie, impegnarsi in prima persona per un futuro migliore. Questo era il loro patriottismo: sacrificare qualcosa di sè per il bene di tutti. Oggi possiamo farlo in molti modi, in politica perché nessun fatto nella vita si sottrae ad essa, nelle associazioni, nel vasto mondo del volontariato. Il grande rischio in questo è cadere nel qualunquismo, nel ‘tanto non cambia nulla’ che allontana molti cittadini dal voto, uno dei più bei esercizi della libertà. Questa giornata deve essere l'avvio, lo stimolo per rilanciare un forte senso di responsabilità sociale e civica. Scegliere, schierarsi, combattere le ingiustizie, partecipazione e passione; questo io credo sia il loro insegnamento. Ed è per questo che ci rivolgiamo con commossa partecipazione a quei giovani Partigiani”.

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