25-04-2015 ore 15:54 | Cronaca - Crema
di Stefano Zaninelli

Crema. La Liberazione tra memoria storica ed impegno quotidiano. Il sindaco Bonaldi: “c’è sempre qualcosa di cui liberarsi”

Sulle note di Bella ciao di Goran Brevović si sono chiuse le celebrazioni istituzionali della festa della Liberazione. Un settantesimo anniversario di memoria e di gratitudine, “che ogni anno diventa più grande – ha sostenuto il sindaco, Stefania Bonaldi – perché ognuno di noi, invecchiando, comprende a ogni 25 aprile qualcosa in più del valore della vita e della libertà”.

 

La vita e la libertà

“Il valore della vita – ha proseguito il sindaco – i cui giorni diventano più preziosi quando l’esistenza si conclude troppo presto, come accadde a tanti nostri fratelli e sorelle di allora. Il valore della libertà che percepiamo troppo di rado, perché grazie a coloro che morirono per noi non ci è mai mancata. La libertà è un bene che diamo per scontato al punto che ne avvertiamo la potenza solo quando ci viene sottratta”.

 

La liberazione non si ferma

“Oggi abbiamo la fortuna di non doverci più liberare da un invasore straniero, ma il cammino di liberazione non si ferma perché c’è sempre qualcosa di cui liberarsi. I continui e tragici annegamenti nel mare Mediterraneo ci ricordano, con orribile frequenza e con altrettanto orribile tributo di vite umane, che le stesse acque dove fra poche settimane noi e le nostre famiglie ci godremo le meritate vacanze sono la tomba di altre famiglie, del tutto simili alle nostre, il cui solo toro  quello di nascere nella parte sbagliata del mondo”.

 

Il sindaco Bonaldi durante l'allocuzione istituzionale (foto © Cremaonline.it)

Spirito solidale

“Mi chiedo che liberazione può essere, quella di oggi, se i diritti per i quali i resistenti combatterono rimangono nella sola disponibilità di una piccola percentuale degli abitanti del pianeta. Non è per questo che si fecero massacrare i nostri giovani 70 anni fa ed io sono qui per ricordare il vero spirito che li animò e li distrusse: uno spirito umanitario, libertario, solidale – ha concluso il sindaco – che non prevede ipocrisie e omissioni, ma si prende carico del destino di ogni uomo che chiede aiuto”.

 

Non è retorica

“È giusto essere qui oggi – ha aggiunto Paolo Balzari, del direttivo dell’Anpi provinciale – non è retorica, non è anacronistico ricordare quei valori, ricordare quei sentimenti che hanno mosso i giovai di allora: la libertà, l’amore per la democrazia, il desiderio di potersi esprimere liberamente, la volontà di decidere i propri progetti futuri, la solidarietà fra persone e popoli.  Non è stato facile allora perché per tutti loro era la prima volta; non sembra facile oggi perché qualcuno vuole fare passare questa celebrazione come un rito rivolto al passato”.

 

Paolo Balzari mentre legge il discorso (foto © Cremaonline.it)

La memoria del fascismo

“A chi afferma che il fascismo dei primi anni non era così male bisogna continuamente ricordare le spedizioni contro i lavoratori e le loro organizzazioni, le camere del lavoro bruciate, le sedi dei partiti devastate, le migliaia di persone incarcerate, le uccisioni, le leggi che abolirono le libertà politiche, sindacali e di organizzazione fino all’intervento militare in Spagna, alle guerre colonialistiche, alle leggi razziali, alla fatale alleanza con il nazismo e all’entrata in guerra”.

 

Il sacrificio

“L’insegnamento che dobbiamo tramandare della lotta di liberazione e della Resistenza è quello di lottare sempre per il nostro futuro, di non rassegnarsi di fronte alle ingiustizie, di impegnarci in prima persona. Per loro il sacrificio fu spesso la vita, per noi oggi vuol dire impegno quotidiano per un futuro migliore per tutti. Questo era il loro patriottismo – ha concluso Balzari – sacrificare qualcosa di sé per il bene di tutti”.

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