25-01-2015 ore 15:59 | Cronaca - Crema
di Stefano Zaninelli

Crema. Lettura collettiva per solidarietà ad Erri De Luca. Cristina Cicorella: “senza dissenso libero non esiste democrazia"

“In un periodo in cui si parla di libertà d’espressione, in Italia si sta per processare uno scrittore accusandolo del reato d’opinione”. C’è un misto tra incredulità e sconforto nelle parole di Cristina Cicorella – madre di Mattia Zanotti, uno dei 4 No Tav in carcere con l’accusa di terrorismo – questa mattina presenta in piazza Garibaldi al presidio in sostegno di Erri De Luca. All’iniziativa, organizzata dal comitato Libero Dissenso, hanno aderito una trentina di persone, dando corpo alla lettura collettiva de La parola contraria.

 

Reato d’opinione

“Ricevo dalla Procura di Torino la incriminazione per avere istigato al sabotaggio della Tav in Val di Susa. Citano le mie parole a sostegno. Per uno scrittore il reato di opinione è un onore” . Così aveva ironizzato Erri De Luca lo scorso febbraio dal suo profilo Facebook, quando gli era stata notificata l’iscrizione nel registro degli indagati a seguito della denuncia. L’atto giuridico seguiva la denuncia di Ltf – azienda addetta alla realizzazione dell'alta velocità Torino-Lione – del settembre 2013.

 

Diffondere l’informazione

“Il nostro obiettivo – spiega Cicorella – è anzitutto diffondere la notizia, perché purtroppo la stampa e i media in Italia sono spesso un po’ asserviti ai centri di potere. Facciamo fatica, ma vorremmo a far sapere a tutti che il 28 gennaio inizia un processo per reato d’opinione: un reato previsto dal codice Rocco, un’eredità del fascismo che persiste nel nostro ordinamento. Eppure, senza dissenso libero non esiste democrazia; con questa iniziativa manifestiamo contro a chi vuole criminalizzare il dissenso”.

 

Il comitato

Libero dissenso è un comitato di cittadini costituitosi dopo gli arresti del 9 dicembre 2013, in cui 4 giovani – Chiara Zenobi, Claudio Alberto, Niccolò Blasi e Mattia Zanotti – sono stati condannati alla detenzione carceraria con l’accusa di terrorismo. “Abbiamo pensato – aggiunge Cicorella – che quanto stava accadendo fosse un attacco alla libertà e alla democrazia. Non discutiamo del reato di sabotaggio il sabotaggio, l’accusa di terrorismo voleva limitare la libertà d’espressione. La condanna ha come obiettivo fermare il movimento di lotta popolare”.

 

Le prossime iniziative

Martedì prossimo verrà letta nell’aula bunker del carcere delle Vallette la sentenza del maxiprocesso a 53 imputati No Tav. “Seguiranno sicuramente delle manifestazioni, alle qual non faremo mancare il nostro appoggio – conclude Cristina Cicorella – e, in Lombardia, sosterremo le lotte del movimento contro la realizzazione dell’Alta Velocità, che distruggerà ettari di campagna, un patrimonio del territorio”.

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